STEFANO CINAGLIA
Cronaca

Stefano Picerno vittima di mafia. La strage di Via Palestro 32 anni fa

Il ricordo del vigile del fuoco ternano, cresciuto a San Giovanni. Libera: "Non si tirava mai indietro"

Vigili del fuoco in Via Palestro

Vigili del fuoco in Via Palestro

Il 27 luglio 1993 la strage mafiosa di Via Palestro, a Milano: tra le cinque vittime Stefano Picerno, vigile del fuoco di Terni. Aveva 36 anni ed era cresciuo nel quartiere ternano di San Giovanni. Alle 23.14 esplose la bomba nascosta in un’auto; oltre a Stefano morirono i colleghi Carlo La Catena, Sergio Pasotto, l’agente della polizia locale Alessandro Ferrari e Driss Moussafir, cittadino marocchino che dormiva su una panchina. Ieri la commemorazione nel punto della via, davanti al Padiglione di Arte Contemporanea che fu danneggiato, dove è stata posta una targa in ricordo delle vittime. "Stefano Picerno aveva 36 anni, era cresciuto nel quartiere San Giovanni di Terni, e come ricorda la sorella Elisabetta, non si tirava mai indietro, si metteva a disposizione di chi aveva bisogno nei luoghi in cui interveniva come vigile del fuoco – si legge in un post di Libera Terni – . E anche quella sera non fu da meno. Sono trascorsi 32 anni dall’attentato di Via Palestro, organizzato da “cosa nostra“ a seguito dell’approvazione della legge che introduceva il regime penitenziario del 41-bis, rivolto ai condannati per reati di mafia. Gli anni non scalfiscono il ricordo della famiglia di Stefano, in particolare della sorella Elisabetta, che instancabilmente racconta la sua storia. La storia di un ragazzo che non si è mai tirato indietro". Il Conapo, sindacato autonomo dei vigili del fuoco, "ricorda con commozione Carlo La Catena, Sergio Pasotto e Stefano Picerno, caduti in servizio insieme all’agente Alessandro Ferrari e al cittadino Driss Moussafir". "Quella notte del 1993 - così il segretario nazionale Marco Piergallini – la mafia tentò di colpire lo Stato colpendo chi lo serviva. I nostri colleghi persero la vita adempiendo al dovere, incarnando il coraggio del Corpo nazionale. Ai familiari va la nostra vicinanza, noi non dimentichiamo".

Ste.Cin.