L’ex amministratore unico di Sogepu Cristian Goracci rischia l’arresto per una presunta tangente da 750 mila euro nell’ambito del bando - da 315 milioni - sulla gestione dei rifiuti in Alta Umbria. Un avviso di misura cautelare in carcere per corruzione sarebbe stato emesso a suo carico dalla Procura di Perugia, (dalla quale per ora, non si apprende nulla di ufficiale). La questione è divenuta di carattere nazionale perché quello di Goracci è anche il primo caso in Italia di "avviso di arresto", il cosiddetto contraddittorio preventivo, una procedura prevista dalla legge varata dal ministro Nordio, entrata in vigore neanche un mese fa.
In base alla legge la giudice per le indagini preliminari Natalia Giubilei ha avvisato Goracci che sta per arrivare la misura cautelare in carcere. In vista di ciò l’ex amministratore è convocato in Procura (domani) per il contraddittorio preventivo, un passaggio garantista per capire se sussistono tuttora gli elementi di reiterazione del reato. A fronte di questo contraddittorio, poi verrà deciso o meno l’arresto.
Il primo caso dunque di applicazione della legge Nordio (come ha raccontato ieri il Corriere della Sera in un servizio di Luigi Ferrarella) che se a livello nazionale fa rumore per questo, a Città di Castello e in Umbria fa tremare mezza politica. L’ex amministratore della società pubblica Sogepu è accusato di aver ricevuto indebitamente soldi per favorire la partecipazione di una società privata al bando per la gestione dei rifiuti nei 14 comuni del territorio. Accuse al centro di un’inchiesta su presunti reati di corruzione e abuso d’ufficio, avvenuti tra il 2015 e il 2022. Chiamati a ‘comparire’ anche gli imprenditori Antonio Granieri della Ece srl e Massimiliano Nebbiai della Omn Componenti srl.
Dagli atti d’inchiesta (portata avanti dalla Guardia di Finanza con sopralluoghi e sequestri anche negli uffici delle società coinvolte) emergerebbe che dal 2015 al 2022, dietro "consulenze in realtà mai effettuate", Goracci avrebbe "indebitamente ricevuto somme" da Granieri per agevolare la partecipazione di Ece al bando. Bando che fu poi vinto da Sogeco, formata per il 51% da Ece e per il 49% da Sogepu.
A Città di Castello primi riflessi politici di un caso che si fa sempre più pesante. Chiamano all’appello il sindaco Luca Secondi le opposizioni consiliari di centrodestra con un documento unitario diramato ieri nel quale si appellano all’etica pubblica (essendo Sogepu una partecipata del Comune): "Il sindaco deve assumersi la responsabilità politica di questa vicenda e non può limitarsi a dire che aspetterà le sentenze definitive…".
Cristina Crisci