
’Siamo in buone mani’. L’inclusione abita qui
CITTÀ DI CASTELLO – "Siamo in Buone Mani", è il titolo di un progetto che ha permesso la creazione di nove posti di lavoro per i soggetti svantaggiati. Ancora un’iniziativa in Altotevere all’insegna dell’inclusione nell’ambito dell’agricoltura sociale. Istituzioni, università e mondo della cooperazione uniti per creare occupazione: il progetto è inserito nel piano di sviluppo rurale. Capofila: la cooperativa "La Rondine" a Maccarello insieme a "Il Lombrico Felice", "Mani di Crisalide", comuni di Città di Castello, Monte Santa Maria Tiberina e Dsa3 Università di Perugia. Si punta all’inclusione di giovani svantaggiati e over 50 usciti dal circuito lavorativo, e l’obiettivo principale è l’assunzione vera e propria, con la firma di un regolare contratto di nove persone che nel 2024 lavoreranno nelle aziende del progetto. Dopo un periodo di formazione avvenuto nell’ultima parte del 2023 saranno parte attiva delle aziende nel 2024 svolgendo tutte le attività previste dalla semina alla raccolta. Il sistema proposto da "Siamo in buone mani" si basa su logiche economiche solidali piuttosto che assistenziali, con un importante riferimento a principi di reputazione, qualità e consumo etico, senza i quali questo tipo di offerta non potrebbe evidentemente competere nel mercato . L’assessore Benedetta Calagreti ha ricordato: "Questo progetto ci ha convinti sin dal giorno in cui ci è stato presentato. Crediamo nell’agricoltura sociale non solo sul piano lavorativo, ma anche su quello terapeutico". Il presidente della cooperativa La Rondine Luciano Veschi: "Agricoltura sociale non vuol dire solo inclusione sociale, ma parliamo autostima, autonomia, opportunità. Sono intervenuti inoltre il presidente dell’associazione Mani di Crisalide Carmelo Sibio e il titolare dell’azienda agricola "Il Lombrico Felice" Luca Stalteri.