DANIELE MINNI
Cronaca

"Sfollare subito il carcere". I sindacati chiedono provvedimenti immediati

Sappe, Sippe, Sinappe e Fns Cisl hanno scritto una lettera al capo dipartimento dell’amministrazione penitenziaria dopo la rivolta dei detenuti dei giorni scorsi.

Il carcere di vocabolo Sabbione

Il carcere di vocabolo Sabbione

Il sovraffollamento del carcere di Terni mette tutti i giorni a rischio il personale, il dipartimento interregionale dell’amministrazione penitenziaria prenda immediati provvedimenti. A lanciare l’ennesimo allarme sono gli esponenti delle sigle sindacali Sappe, Sippe, Sinappe e Fns Cisl, che hanno scritto una lettera al capo del dipartimento amministrazione penitenziaria e al provveditore Toscana e Umbria per sollecitare, in particolare "lo sfollamento immediato della sezione H media sicurezza, in cui lo scorso 16 giugno i reclusi hanno messo in atto una vera e propria rivolta, con i poliziotti che per futili motivi sono stati ostaggio dei detenuti per diverse ore".

"C’è voluta più di un’ora – spiegano i rappresentanti sindacali – per liberare il poliziotto addetto alla vigilanza della sezione, chiusosi per fortuna nel box agenti ma non al sicuro visto che il detenuto che ha iniziato la rivolta stava sfondando i vetri. Per liberare il collega, una decina di poliziotti hanno riportato contusioni, certificati dalla locale infermeria ed un vicesovrintendente ha riportato un taglio in testa con una prognosi del pronto soccorso ternano di dieci giorni".

Secondo i sindacalisti si è trattato di un vero e proprio devastamento: "I danneggiamenti hanno riguardato gli ambienti esterni delle camere detentive, iniziando dal sistema di videosorveglianza. Non esistono più impianti elettrici, strappate via anche le plafoniere, lasciando tutta la sezione al buio; distrutto l’impianto antincendio compresi gli idranti, dopo averli utilizzati per allagare rotonda e scale; svuotati gli estintori, rotto l’impianto degli ascensori, del riscaldamento, staccando i termosifoni e lanciandoli per le scale, provocando anche la rottura dei gradini; rotte tutte le finestre delle salette oltre ai vetri del box agenti; distrutto il quadro comandi dei cancelli delle camere detentive; lanciati per le scale anche schermi di sorveglianza e pc".

I sindacati ribadiscono che in queste condizioni "non possono essere garantite le normali misure di ordine e sicurezza, né vi è garanzia delle condizioni di lavoro per l’addetto alla vigilanza della sezione stessa".