"Volevo lasciare il Perugia in mani forti e ci sono riuscito". Stanco, provato da settimane di trattative estenuanti, ma anche da un distacco, da una presa di coscienza che fa comunque male. Anche se il ciclo era finito, il clima a volte insostenibile, anche se la scelta è stata ponderata e pure accelerata, tredici anni di vita insieme, vissuta tra alti e bassi, non si può cancellare con una firma su un foglio. Massimiliano Santopadre è il presidente del museo, quello del ritorno in serie B dopo nove anni di purgatorio e due fallimenti, ma è anche il presidente delle ultime due retrocessioni vicine, anche se la penultima rimediata nel giro di pochi mesi. È il presidente che ha unito, al suo arrivo, che ha diviso negli ultimi tempi. Il saluto di Massimiliano Santopadre non è rancoroso verso la piazza, anzi. "Cosa dico ai perugini? Che gli voglio bene, anche se ho ricevuto qualche insulto di troppo".
La giornata è stata lunga e non sono mancate le situazioni critiche. Ma la volontà di lasciare, manifestata anche nelle dichiarazioni ha portato la trattativa ad una conclusione. "È andata – ha detto dopo quattro ore di conteggi e documenti dentro lo studio Biavati – va bene così, abbiamo firmato. Si apre un nuovo capitolo del libro del Perugia Calcio e io ne sono felice perché lascio in mani forti".
Non sarà un distacco forte, perché oggi Santopadre sarà a Carpi insieme al presidente Faroni. Soprattutto, nonostante qualche schermaglia, le parti sono in buoni rapporti, tanto che dopo la firma si sono ritrovati tutti a Panicale per la cena insieme. "Con Javier Faroni saremo insieme a Carpi e parleremo, lui potrebbe avere ancora bisogno di me in una qualche forma, vedremo se sarà il caso – ha spiegato Santopadre – . Martedì Javier farà una conferenza in cui vi racconterà chi è, cosa vuole fare del Perugia e cosa del sottoscritto. Javier ci metterà entusiasmo, passione, forza economica e volontà di arrivare in alto, cose che per me sono sempre state fondamentali".
Ma c’è lo stato d’animo di chi lascia, tra sollievo e qualche rimpianto. "Sono sinceramente diviso tra tristezza e magone per questi 13 anni intensi e pieni di cose belle, alcune brutte – ha detto – . L’altra sensazione è il sollievo per essermi tolto una responsabilità anche economica molto importante. I rimpianti? Non essere riuscito ad andare in serie A, nei primi anni di serie B e anche la retrocessione nell’anno del Covid che, anche se siamo tornati subito su, è stata una mazzata".
Anche se ci saranno indubbiamente novità, almeno per questa stagione ci sarà continuità tecnica con la conferma di Jacopo Giugliarelli, che resterà diesse, e per l’allenatore Alessandro Formisano.
Francesca Mencacci