
Una passata manifestazione dei lavoratori di fronte al sito industriale dismesso e di cui ora si rende necessaria la bonifica
Sito industriale di Santo Chiodo abbandonato da anni, il sindaco emette una doppia ordinanza a tutela dell’ambiente e della salute pubblica. La ex Pozzi è ormai fallita da oltre quattro anni, lo stabilimento che in passato ha ospitato anche oltre 400 dipendenti è definitivamente chiuso ed è stato rilevato un complessivo degrado dell’area. Lo stato di abbandono è antecedente al fallimento e le prime problematiche furono rilevate dall’Arpa già nel 2011. Come riportato nell’ordinanza a firma del sindaco, nel 2022 "Arpa Umbria, congiuntamente al curatore fallimentare e al relativo consulente ambientale, ha effettuato un sopralluogo per verificare lo stato di consistenza del sito industriale e dagli esiti di quest’ultimo è stato rilevato un pessimo stato di manutenzione". Con un esposto di alcuni residenti sempre all’Arpa, è stata segnalata la presenza di amianto in copertura, ma a tal proposito la Usl Umbria 2, non potendo accedere al sito, non ha potuto effettuare accertamenti. All’interno sono presenti depositi incontrollati di rifiuti di varia natura, ma è stata rilevata anche la diffusa presenza di vegetazione infestante, e "circostanze predisponenti la possibilità di infiltrazione di inquinanti nel sottosuolo, nonché la proliferazione di zanzare o zecche". Della situazione è al corrente anche la divisione Danno Ambientale del Ministero dell’Ambiente. Di recente il Tribunale ha provveduto a nominare un nuovo curatore fallimentare a cui sono indirizzate le due ordinanze con cui viene disposta la messa in sicurezza del sito. Entro 60 giorni dovrà essere effettuata "la ripulitura da eventuali materiali presenti ed il decespugliamento della vegetazione infestante nell’intorno e sulle vasche di raccolta delle acque piovane. È stata inoltre disposta la messa in sicurezza provvisoria dei rifiuti potenzialmente pericolosi, ubicati in aree esterne ai fabbricati, ovvero non protetti dagli agenti atmosferici. Saranno invece 120 i giorni a disposizione per "la verifica dello stato delle coperture in eternit e dell’individuazione delle misure ed interventi necessari a garantire la messa in sicurezza delle stesse". A verificare sul rispetto dell’ottemperanza dovrà essere l’Arpa , la polizia locale e la Usl Umbria 2. In caso di inottemperanza all’ordinanza, come già avvenuto ad esempio per il cantiere dell’ex caserma dei vigili del fuoco, sarà lo stesso Comune a procedere alla messa in sicurezza del sito con le spese che saranno poste a totale carico dei soggetti inadempienti.
D. M.