San Giustino, l’inchiesta sull’incidente: "Responsabilità, ma niente gogna"

I quattro ragazzi morti e i tecnici comunali indagati per l’assenza del guard rail. Parla il sindaco Fratini

San Giustino, l’inchiesta sull’incidente: "Responsabilità, ma niente gogna"

San Giustino, l’inchiesta sull’incidente: "Responsabilità, ma niente gogna"

"Abbiamo la massima fiducia nella magistratura e nei nostri tecnici comunali, che non possono essere messi alla gogna per il solo fatto di svolgere una funzione pubblica. La gravità di questa tragedia e i procedimenti in corso meritano da parte di tutti la massima responsabilità e correttezza, al di là e al di fuori di ogni diatriba politica": così il sindaco Paolo Fratini ha risposto in consiglio comunale all’interrogazione presentata dai consiglieri di opposizione Luciana Veschi e Corrado Belloni.

La vicenda è quella terribile della morte dei quattro ragazzi di Città di Castello avvenuta il 3 dicembre scorso a San Giustino in via Umbra ed è al centro di una complessa indagine anche attorno ai presidi di sicurezza stradale. Le verifiche della magistratura, con una perizia tecnica, ruotano sull’assenza del guard rail tolto nel 2018 a seguito di un altro incidente stradale e mai reinstallato. La Procura di Perugia ha indagato due tecnici comunali del settore lavori pubblici per omicidio stradale e il caso è finito al centro del consiglio di lunedì 30 ottobre. "L’interrogazione entra nel merito di aspetti che sono già stati oggetto di accertamenti tecnici complessi, allo stato attuale a noi non noti. Non intendiamo sottrarci ai nostri obblighi e responsabilità, meno che mai in presenza di una tale tragedia e di un tale immenso dolore", ha aggiunto il sindaco Fratini in risposta al documento sollevato dai due consiglieri.

Nel testo, illustrato in aula dall’esponente di Fratelli d’Italia Luciana Veschi, si chiedevano spiegazioni sulla mancata sostituzione del guard-rail prima e dopo l’incidente mortale e se erano state effettuate "indagini nei confronti dei membri dell’organico comunale in relazione all’incidente". Secondo gli inquirenti la barriera protettiva avrebbe potuto garantire livelli di sicurezza più alti nel tratto in questione: per questo il dirigente del settore lavori pubblici del comune e il suo predecessore, oggi in pensione, sono stato indagati. Nel ribattere alle parole del sindaco, Luciana Veschi ha replicato duramente circostanziando la valenza politica di questo caso: "Per parlare di sicurezza si deve investire sulla manutenzione delle strade, sul ripristino della segnaletica, sull’acquisto di presidi fondamentali. Passare insomma, dalle parole ai fatti".