"Salvaguardare i plessi scolastici". L’appello per i Comuni montani

Gubbio, nove Enti di Area Interna dell’Umbria di Nord-Est esprimono la loro preoccupazione

"Salvaguardare i plessi scolastici". L’appello per i Comuni montani

"Salvaguardare i plessi scolastici". L’appello per i Comuni montani

La salvaguardia dei presidi scolastici in aree montane, che si stanno spopolando a causa dei flussi migratori verso aree più attrattive, è importante per mantenere attive comunità a rischio scomparsa. Circa dieci anni fa, proprio con questo obiettivo, vennero create le cosiddette “Aree interne” e Gubbio, in particolare, fu inserita in quella Umbria Nord-Est, individuata come una delle prime tre aree umbre che avevano parametri indicatori adatti a classificarle come tali. Per i comuni coinvolti in quest’area sono stati dunque stanziati, grazie ad un finanziamento statale, 11 milioni di euro, per combattere le debolezze riguardanti soprattutto tre tematiche: mobilità, sanità e scuola. Per quest’ultimo punto, l’Area Interna Umbria Nord-Est ha indirizzato diversi fondi in favore dei presidi scolastici, con il fine di potenziare la didattica in tutti quei plessi dove erano presenti pluriclassi, come Carbonesca, San Pellegrino, Scheggia e Costacciaro. Inoltre, di recente sono stati consegnati alle scuole con pluriclassi tablet e materiale informatico ed è stato inaugurato il laboratorio linguistico e tecnologico di Scheggia. Nell’ultimo periodo, però, l’Ufficio Scolastico Regionale ha concesso una sola pluriclasse alla Scuola Secondaria di I Grado di Costacciaro, con diciotto alunni iscritti di cui tre con disabilità, due delle quali riconosciute come gravi.

Tramite un comunicato i comuni dell’Area Interna Umbria Nord-Est hanno espresso le proprie preoccupazioni per il futuro che si prospetta: "Si esprime una suffragata e seria preoccupazione per il metodo decisionista che viene perseguito dall’Ufficio Scolastico Regionale, il quale non prevede alcun confronto con i territori, cala dall’alto le proprie decisioni senza alcuna conoscenza puntuale e concreta dei territori, nessuna visione di lungo termine, ma si basa su criteri meramente ragionieristici e sommatori che cozzano e stridono con politiche nazionali di potenziamento delle aree marginali con problemi di sviluppo come le Aree Interne, di cui facciamo parte". La sopravvivenza ed il futuro rilancio di aree marginali e montane come le nostre – si legge ancora nel comunicato – passa da una visione programmatica di lungo termine che creda fermamente nel rilancio dei piccoli borghi di cui l’Italia e l’Umbria sono ricche, nel mantenimento delle comunità nella loro fierezza ed interezza, e la scuola non può che essere uno dei servizi fondamentali per permettere alle famiglie di rimanere nel loro luogo di origine".