Una versione ’tascabile’ de “La Bohème“ di Giacomo Puccini in una produzione esclusiva di 90 minuti, nata con l’obiettivo di promuovere l’opera e farla conoscere al grande pubblico, soprattutto delle giovani generazioni. Eccolo, l’evento più atteso della Sagra Musicale Umbra che per la prima volta porta su un palco il format “Operacorto“ ideato dal tenore Gianluca Terranova (foto sopra). Il progetto debutta domani alle 21 al Morlacchi con repliche martedì 17 al Mancinelli di Orvieto e mercoledì 18 al Comunale di Todi. In scena l’Orchestra da Camera di Perugia (foto sotto) diretta dal maestro Enrico Bronzi e due cast di giovani e talentuosi artisti, selezionati e diretti da Terranova, tenore che ha calcato i più grandi teatri d’opera e che ha un legame speciale con l’Umbria.
Terranova, perché ha ideato il format “Operacorto“?
"Per l’esigenza di portare più pubblico possibile, soprattutto giovani, a vedere l’opera attraverso un racconto veloce, che segue i tempi dei social e rifiuta la noia. Voglio rendere l’opera accessibile anche ai non esperti, valorizzare un genere che ha fatto la grandezza della cultura italiana nel mondo e un patrimonio immenso che rischia d’essere dimenticato".
Quindi come ha lavorato sulla Bohème?
"La storia c’è tutta, dall’inizio alla fine ma con tagli specifici, come i momenti del coro, ai fini della narrazione, per accorciare i tempi. Operacorto è il racconto di quello che accade tra i personaggi personali attraverso un narratore, in questo caso Musetta: le arie più famose e rappresentative sono “cucite” da una narrazione originale, che guida lo spettatore nel complesso snodo drammaturgico, presentando situazioni e personaggi".
Chi saranno i protagonisti?
"Ho selezionato io i cast: sono miei allievi, giovani di gran talento e alto livello insieme a colleghi professionisti. Trovano finalmente una vetrina mentre l’Orchestra diretta da Bronzi ci assicura un altissimo livello musicale. E’ la primissima volta che si fa questa operazione a Perugia, io curo regia e luci, la scena è un’installazione artistica di Giacomo Cossio: fantastica con 160 piante dipinte di rosa".
Perché ha scelto Bohème?
"Per rendere omaggio a Giacomo Puccini, nel centenario della morte. E’ un’opera giovane, snella che conosco molto bene e di cui potevo scrivere un testo. Spero che questo format continui, magari con altri autori".
Cosa si aspetta dal debutto al Morlacchi?
"Mi basta che invogli un solo spettatore ad andare a vedere l’opera completa. E’ uno spettacolo bello, fruibile, rispecchia bene la mia attività molto variegata che mi spinge a comunicare in modo diverso rispetto a un tenore lirico".