
Sara Smahi aveva lavorato anche come modella
Città di Castello, 13 marzo 2017 - Non si trovano le due persone che erano nella villa di Cesa con Sara Smahi, la ragazza trovata morta con ogni probabilità per overdose. Sara, bellissima ragazza che aveva anche posato come modella, si trovava fino a giovedì scorso in una struttura del Ceis di Città di Castello, un tentativo per sfuggire al cappio della droga. Ma giovedì aveva abbandonato la struttura per raggiungere la villa di Cesa, che proprio quel giorno era stata data in uso a uno dei magrebini che sono ora ricercati dai carabinieri di Arezzo e Cortona. Il giorno successivo era giunto anche l’altro e proprio nella notte di venerdì deve essere accaduto l’irreparabile.
La giovane è stata trovata morta sabato dopo mezzogiorno dalla proprietaria dell’appartamento. Intorno a lei sono stati ritrovati gli abiti, due siringhe, tracce di marijuana e una scatola di antidepressivi ma non droga. Sul collo i segni di un tentativo di rianimazione messo in atto con ogni probabilità dai due ma senza successo. Secondo una prima ricostruzione dei fatti, i due magrebini, si sarebbero eclissati per paura dopo aver visto la ventenne esanime sul pavimento. Come detto, avrebbero anche tentato di rianimarla.
L’ipotesi prevalente porta dritti verso l’overdose, causata forse da un mix di droga e di pasticche. Ma gli investigatori ci vanno prudenti anche nei confronti dei due magrebini: tcnicamente nulla è detto fino all’effettuazione dell’autopsia, programmata per domani. L’esame dovrà stabilire le esatte cause del decesso e nello stesso tempo contribuire anche all’eventuale individuazione dell’ipotesi di reato: omissione di soccorso o anche morte in conseguenza di un altro reato. I due ricercati, entrambi sui trent’anni, non sono sconosciuti alle forze dell’ordine per indagini connesse al mondo della droga e dello spaccio. Uno di loro era stato anche arrestato ad Arezzo in un’operazione di polizia e vigili urbani denominata «Primavera araba».
Era dunque finita in un brutto giro la ragazza di origine marocchina ma residente a Sansepolcro assieme ai genitori e ai fratelli, una famiglia ben integrata nel tessuto sociale e con il padre dipendente di una cartotecnica di San Giustino Umbro. L’autopsia, prevista per martedì, sarà effettuata dall’equipe di medicina legale di Siena e potrà dare una risposta sulle cause esatte del decesso.