REDAZIONE UMBRIA

Posterna, via al risarcimento civile

In attesa che il comune di Spoleto trovi una soluzione per evitare la demolizione, i proprietari citano ente e costruttore

In attesa che il comune di Spoleto trovi una soluzione per evitare la demolizione dei palazzi della Posterna è iniziato ieri, ufficialmente, il procedimento civile di richiesta di risarcimento danni da parte dei proprietari degli appartamenti che hanno citato proprio il comune ed il costruttore. Una vicenda che va avanti ormai da anni e che non sembra voler volgere al termine ed ora dopo, aver interessato la sezione penale, si sposta a quella civile del tribunale di Spoleto. Ammonta a circa sei milioni di euro la richiesta di risarcimento danni depositata, alla fine di giugno, dall’avvocato Massimo Marcucci per conto di 14 proprietari degli appartamenti su cui, come noto, pende un’ordinanza di demolizione, ma la Procura della Corte d’appello di Firenze ha invitato le parti ad individuare una soluzione per sanare l’abuso. Ebbene, nonostante ciò, l’impasse, che permane ormai da anni, non si sblocca e allora i condomini hanno proceduto con l’atto di citazione nei confronti del comune per accertare e dichiarare la nullità dei contratti di compravendita e dei preliminari stipulati dalle parti relativamente al complesso immobiliare denominato Posterna, richiedendo all’ente il risarcimento danni. Ieri si è tenuta per via telematica la prima udienza di un procedimento di non semplice risoluzione, il comune infatti, rappresentato dall’avvocato Arturo Cancrini, ritiene che le pretese avanzate risultano infondate.

Quello dei proprietari degli appartamenti non è l’unico procedimento civile avviato contro il Comune, chiamato in causa anche dal costruttore Rodolfo Valentini, amministratore unico della Madonna delle Grazie, la società che ha realizzato e venduto gli appartamenti, con regolare licenza edilizia rilasciata dalla stesso comune.

Anche Valentini chiede al comune un risarcimento danni di circa 6 milioni, ma nel caso i palazzi dovessero essere demoliti salirebbe a 27 milioni. Ebbene da quanto trapela il CTU avrebbe presentato l’esito della sua perizia ritenendo che il danno subito dal costruttore ammonterebbe ad appena 35mila euro. Una perizia a cui naturalmente si sono opposti i legali del costruttore. Alle due cause civili si aggiunge il procedimento relativo all’esproprio dei terreni privati dove oggi insite il parcheggio della mobilità alternativa. Il proprietario espropriato attende l’esito del ricorso in cassazione, presentato dallo stesso comune dopo l’ordinanza della Corte d’Appello di Perugia, che condannava l’ente al pagamento di circa 500mila euro.