di Michele Nucci
E’ stata la settimana del boom di vaccinati tra le classi dei cinquantenni e sessantenni, anche se l’Umbria su questo versante è ancora in ritardo. Negli ultimi sette giorni infatti il farmaco è stato inoculato a oltre 32mila persone in queste due fasce di età: 15.500 sono stati quelli tra 50 e 59 anni e 17.500 tra i 60 e i 69 anni. Questo – come mostra la ricostruzione grafica – ha fatto salire notevolmente le percentuali di coloro che hanno ricevuto la prima dose. Restano comunque circa 26mila sessantenni da vaccinare, mentre molti di più sono i 50enni: oltre 77mila per quella che è comunque la fascia di età più numerosa in Umbria.
E a questo punto è cominciata anche la ‘caccia’ agli ottomila over 80 che ancora non si sono presentati per il vaccino. Questi rappresentano infatti un dieci per cento che sono ancora ad alto rischio: le difficoltà sono date dal fatto che non sono capaci a prenotarsi, che non possono muoversi o che sono rintracciabili con difficoltà. I medici di medicina generale hanno quasi completamente assolto al loro compito e ora una fetta di queste persone anziane saranno vaccinate dai militari che – soprattutto in Valnerina – si recheranno al domicilio per somministrare le dosi. Ma la percentuale di coloro che non sono sotto copertura resta alta. E stesso discorso vale per i settantenni: qui sono addirittura più di dodicimila quelli ancora da sottoporre al vaccino. Un’altra fascia considerata a rischio in caso di malattia da Covid-19.
Una questione che i vertici della Sanità regionale affronteranno già nei prossimi giorni proprio perché nonostante i solleciti e le campagne di informazione, questa fetta di popolazione resta scoperta. A sorprendere resta il fatto che l’Umbria è comunque tra le prime cinque regioni per numero di persone vaccinate parametrate a centomila abitanti.
Quasi 63mila rispetto alla media in Italia di di 61mila). E questo vale non solo per gli anziani, ma si è scoperto che la nostra regione è ai vertici anche per ventenni e trentenni. Queste due fasce di età in infatti, secondo gli ultimi dati messi a disposizione dal Ministero della Salute, sono entrambe al secondo posto nella graduatoria nazionale: il 21 per cento della classe 20-29 anni e il 25 di quella fra 30 e 39 in posizione di assoluto riguardo, con soltanto la provincia di Bolzano ad avere fatto meglio. Ma com’è possibile si chiedono in molti? Si tratta di soggetti fragili, caregiver, conviventi di persone estremamente vulnerabili, sanitari, insegnanti e forze dell’ordine.
E’ evidente però che la scelta di poter vaccinare fino a quattro persone in una famiglia tra caregiver e conviventi ha dato già una spinta importante in queste due classi di età. E questo nonostante gli annunci roboanti delle altre regioni che però restano indietro. Forse però rispetto all’Umbria, sanno comunicare meglio… Non va invece per niente bene la vaccinazione delle tre classi di età intermedie (quaranta, cinquanta e sessantenni): nonostante lo scatto in avanti di questa ultima settimana l’Umbria ricopre le pozioni numero 12, 19 e 13 sulle venti regioni italiane.
Qui invece siamo rimasti indietro.