"Un sistema che non funziona più e che forse qualcuno non vuol far funzionare". Prendono posizione per la prima volta e lo fanno con determinazione le Rsu dell’ospedale Santa Maria, in cui non si contano più le proteste, i casi di attese snervanti al pronto soccorso, i disagi di pazienti e personale sanitario. Un ospedale abbandonato, al colasso, il Santa Maria di Terni, secondo la denuncia delle stesse Rsu. "Esprimiamo solidarietà ai pazienti affluiti al pronto soccorso in questi giorni e nel contempo siamo grati ai nostri colleghi che, pur con le difficoltà piu’ volte evidenziate anche dai giornali, svolgono con dignita’ il proprio lavoro in questa azienda", attaccano i sindacati interni. "Da anni chiediamo il personale necessario per far funzionare al meglio il nosocomio -continuano le rappresentanze sindacali unitarie – che in passato costituiva un punto di attrazione per le regioni limitrofe, per l’alta specialità e per la qualità dell’assistenza: un esempio per le altre Aziende sanitarie. Oggi siamo di fronte ad un’altra realtà. Il covid ci ha travolto e, nonostante ciò, noi operatori con tenacia e dedizione abbiamo svolto la nostra attività. E’ stato l’inizio di un calvario. A testimonianza di cio’ sono le cronache giornaliere. Noi operatori del settore e voi utenti siamo le vittime di un sistema che non funziona più".
"Basti pensare - questo è uno dei nodi denunciati dalle Rsu – che nella nostra provincia non esiste più un filtro territoriale che permetta al pronto soccorso di gestire un numero congruo di pazienti cosi di offrire un servizio qualitativo corrispondente ai bisogni di ciascuno. Si verifica un afflusso al pronto soccorso ingestibile che mette in crisi tutto il nostro sistema ospedaliero. I racconti dei giornali si fermano qui, ma la storia prosegue: letti sui corridoi, chiusura di qualche reparto di chirurgia per far spazio alle medicine con conseguente prolungamento dei tempi di attesa per gli interventi chirurgici, aumento del carico di lavoro per tutto il personale sanitario e non, sempre più insufficiente e stremato. Questa la nostra triste realtà
voluta da una Regione sorda e da un assessore assente"
Ste.Cin.