Organico ridotto all’osso in carcere. Il sindacato chiede aiuto al prefetto

Stimata una carenza di ben 130 unità nel penitenziario spoletino. Dal Sappe l’ennesimo allarme

Il prefetto di Perugia, Armando Gradone, pronto a visitare la casa di reclusione di Spoleto per toccare con mano le problematiche che scaturiscono dalla grave carenza di personale. Ad annunciarlo è il segretario regionale del sindacato autonomo di polizia penitenziaria (Sappe), Fabrizio Bonino, che di recente ha incontrato il prefetto per esporre le criticità che attanagliano i carceri dell’Umbria e nello specifico quello di Spoleto.

Secondo il sindacato quello di Spoleto può essere considerato un caso unico in Italia. Nell’Istituto di Spoleto il gap negativo ammonta a 87 unità. Se poi si considera che l’attuale forza operativa è di oltre 40 unità al di sotto della pianta organica del 2017, ecco che la reale carenza di organico dell’Istituto sfiora le 130 unità.

"Tale situazione, sicuramente unica sull’intero territorio nazionale, – scrive il Sappe – non è degna di un Istituto come quello di Spoleto in cui sono ristretti circa 450 detenuti tutti di elevatissimo spessore criminale, appartenenti a ben sei diversi circuiti penitenziari (41 bis, A.S., A.S. Protetti, M.S., M.S. Protetti e detenuti ristretti presso il Reparto Psichiatrico) di cui oramai risulta fortemente compromessa anche l’effettiva separazione, agevolando così possibili contatti fra criminalità organizzata e quella locale". Il risultato di tutto ciò si traduce in ferie mancate e continui straordinari ma non solo. Il poco personale rimasto, allo stremo delle forze, non è più in grado di far fronte ai sempre più gravosi carichi di lavoro, non è più in grado di assicurare adeguati standard di sicurezza sia interni che esterni all’Istituto e non è più neanche in grado di assicurare la propria incolumità fisica visti i numerosissimi quanto gravi episodi di aggressione verificatisi soltanto negli ultimi mesi.

"Di contro, - sottolinea ancora il segretario Bonino - l’amministrazione penitenziaria non solo continua ad inviare per ordine e sicurezza a Spoleto detenuti tra i più riottosi ed ingestibili, ma sembra non intenda neanche dare adeguate risposte sulle piante organiche del personale atteso delle quali a breve ci sarà una nuova definizione, e l’orientamento che si sta delineando prelude ad esiti ancora una volta nefasti. Sottolineando che non stiamo chiedendo favoritismi ma soltanto equità di trattamento con gli Istituti della Toscana in quanto appartenenti allo stesso Provveditorato, auspichiamo l’autorevole intervento del signor prefetto per quanto di propria competenza a garanzia dell’ordine e sicurezza anche per l’Istituto spoletino".