REDAZIONE UMBRIA

Norcia, un anno fa il terremoto che sfregiò l'Umbria: i ricordi

Messa in piazza col cardinale Pietro Parolin

Norcia, a un anno dal sisma, messa in piazza col cardinale Parolin

Norcia, 29 ottobre 2017 - Sono le 7.40 del mattino del 30 ottobre di un anno fa quando tra Norcia e Preci la terra trema. Una scossa violenta e lunga di magnitudo di 6,5, accompagnata quasi subito da boati e crolli, che in pochi minuti semina panico e sbriciola tutto quello che stava in piedi sul territorio. Solo successivamente l'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia la classifica come la scossa piu' forte mai registrata in Italia dal terremoto in Irpinia del 23 novembre 1980.

Norcia dopo il sisma (foto)

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Squarcia le strade e mette in ginocchio i paesi della Valnerina tra l'Umbria e le Marche, gia' duramente colpiti dal sisma del 24 agosto che aveva lasciato 300 morti tra Amatrice e Accumoli. Stavolta non ci sono vittime, ma la distruzione e' grande. Era stata preceduta dai sommovimenti tellurici di quattro giorni prima, il 26 ottobre, con un sisma localizzato a Visso, in provincia di Macerata. In questa occasione, molte famiglie dei paesi dell'Appennino centrale aveva gia' lasciato le proprie abitazioni e per precauzione dormivano in macchina.

La basilica in frantumi (foto)

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I danni sono gravi e molto estesi: vanno dal patrimonio storico-culturale alle abitazioni, dagli edifici pubblici, alle stalle e agli impianti industriali. Norcia si sveglia tra le macerie e della basilica di San Benedetto, patrono d'Europa, resta in piedi soltanto la facciata. Questa immagine, con le suore che fuggono e i monaci riuniti in preghiera in piazza mentre tutto intorno e' crollato, in Umbria e nel mondo diventera' il simbolo della distruzione del centro Italia.

Cosi' come Castelluccio di Norcia - il borgo che si affaccia sulla piana ai piedi del monte Vettore, celebre per la fioritura delle lenticchie - che viene quasi completamente raso al suolo e resta isolato per mesi a causa delle strade impraticabili.

Castelluccio di Norcia (foto)

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"Il 30 ottobre restera' una di quelle giornate che rimarranno per sempre nella mia memoria" ricorda con la voce ancora rotta dall'emozione il sindaco di Preci, Pietro Bellini. Alle 7.40 sono uscito dal bar sulla piazza dove mi trovavo e ho visto uno scenario devastante: oggi stiamo provando a fare del nostro meglio, ma le problematiche sono ancora tantissime, come anche le cose da fare".

Una «corale e decisa azione che muova risorse e intelligenze per ricostruire, insieme alle case e alle chiese, anche l'animo delle persone, per sconfiggere la paura e la rassegnazione, due calamità invisibili, eppure gravi quasi quanto un terremoto»: è quanto ha auspicato stamani il segretario di Stato vaticano, cardinale Pietro Parolin, nell'omelia durante la messa celebrata nella piazza di Norcia, nel corso della quale l'alto prelato ha anche invitato a «snellire le procedure» per accelerare la ricostruzione.

Oggi, dopo la messa, molte persone a Norcia hanno ricordato il giorno della grande scossa. Valentina Stazi ha 30 anni, suo figlio il 30 ottobre aveva otto mesi. Ora è di nuovo incinta «Abbiamo passato il suo primo compleanno in roulotte. E lì, essendo anche i supermercati chiusi, a volte non sapevo nemmeno cosa dargli da mangiare. Poi siamo stati nel modulo collettivo e da maggio siamo in una casetta. Ora sono di nuovo incinta e questa è la nostra speranza». Claudio Conterini e Ivonne Echavez hanno riaperto il loro negozio di abbigliamento dal Natale scorso: «Viviamo le cose come se fossero normali», dice Claudio, mentre Ivonne rivela che anche loro sono in attesa di una casetta. Laura Funari, estetista, un marito e due figli, è pessimista: «Stiamo peggio dell'anno scorso - ammette - perché prima eravamo pieni di forza d'animo, ora siamo un pò giù di morale perché non vediamo nulla che prende forma».

Dal cardinale Parolin è arrivata invece una nota di speranza: «La facciata di questa basilica - ha detto il porporato - ingabbiata nei ponteggi della ricostruzione, è l'emblema del sisma, ma è ancora di più la prova della capacità dell'essere umano di risollevarsi». In effetti, superata la primissima fase del dopo scossa (con oltre 300 persone trasferiti in alberghi al lago Trasimeno) già dal 22 dicembre Norcia aveva dato un primo segnale di ripartenza, con la riapertura di corso Sertorio, cuore della città. E la consegna delle prime casette era arrivata il 19 febbraio, nella frazione di San Pellegrino. Proteso alla ripartenza anche il borgo, semidistrutto, di Castelluccio, dove il 3 aprile riescono a salire i trattori per la semina della lenticchia. La strada per il borgo riapre in luglio, mentre in agosto a Norcia comincia la messa in sicurezza delle mura. «L'insieme delle procedure ed un investimento più convinto sulle autonomie locali, i comuni in primo luogo, permetterà di entrare nella fase viva della ricostruzione», ha ribadito la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, anche lei oggi a Norcia, dove ha ringraziato la Chiesa, la conferenza episcopale e il Papa per la loro vicinanza ai terremotati.