
Maria Grazia con Anna Maria Guarnieri
Abbiamo raccolto la storia di Maria Grazia, ospite della Casa per disabili a Trevi delle Suore della Sacra Famiglia di Spoleto. Perché il suo racconto sull’assistenza ai disabili anziani e le sue parole piene di umanità, fragilità e coraggio devono essere ascoltate. Una testimonianza “necessaria“ per rendere i regolamenti e le normative in materia meno disumane e più intelligenti per tutte le persone che vivono nella stessa situazione.
"Mi chiamo Maria Grazia e ho 63 anni. Vivo a Trevi da quando ero una bambina di 7 anni. Sono arrivata in questa casa tanti anni fa, accolta dalle suore della Sacra Famiglia di Spoleto, che mi hanno cresciuta e accompagnata nei miei primi passi. Questa casa, come aveva immaginato tanti anni fa il Beato Bonilli, è nata per accogliere persone come me: persone fragili, che per vari motivi – sociali, familiari o di salute – non potevano vivere da sole. Qui ho trovato un posto sicuro, una famiglia, degli amici. Ho imparato a vivere insieme agli altri, ad amarli, accettarli e farmi voler bene".
Maria Grazia va avanti: "Negli anni ho conosciuto tante persone che mi hanno insegnato cose belle. Abbiamo cantato, ballato, riso, pregato. Abbiamo fatto teatro. Sono molto fiera di far parte della compagnia teatrale “Fragili Attrici” che abbiamo formato con l’aiuto di Pina Cavallaro e la regia di Graziano Sirci. Abbiamo recitato anche con la grande attrice Annamaria Guarnieri. Non me lo dimenticherò mai. Ogni volta che salgo sul palco mi sento viva, utile, felice.
Questa casa non è solo un luogo dove vivo. È casa mia. Qui c’è il mio mondo: il parco dove cammino, i gattini che vengono a farmi compagnia, le stanze che conosco a memoria, le suore e gli operatori che mi ascoltano e mi rispettano. Qui mi sento amata e riconosciuta".
"Adesso però – prosegue – mi hanno detto che, siccome ho superato i 60 anni, non posso più restare qui, che devo andare in una casa per anziani. Ma io non sono un numero. Non sono solo la mia età. Sono una persona. E non capisco perché, dopo tutta una vita passata qui, qualcun altro possa decidere al posto mio di strapparmi via da tutto questo. Dicono sempre che “la persona è al centro”!? E allora perché non veniamo ascoltate? Io non voglio andare via. Non voglio perdere la mia casa, le persone che amo, le mie abitudini, la mia compagnia teatrale, i miei gatti. Io voglio restare dove sono cresciuta, dove vivo da tutta la vita, dove sto bene".