
Saranno sentiti nel corso della prossima udienza, fissata per il 12 giugno, i cinque testimoni della Procura nel procedimento per...
Saranno sentiti nel corso della prossima udienza, fissata per il 12 giugno, i cinque testimoni della Procura nel procedimento per la morte di Vincenzo Bosco, morto a 39 anni mentre stava per essere sottoposto a un intervento di routine al naso. Il decesso risale al 22 aprile 2022. Sono sette gli imputati, medici del Santa Maria della Misericordia, dei reparti di rianimazione e anestesia e di otorinolaringoiatra. Secondo quanto emerso, Vincenzo Bosco, al momento dell’anestesia, fu colto da una crisi respiratorio al momento di essere sottoposto all’anestesia in vista dell’operazione. I successivi accertamenti, portarono a evidenziare la presenza di un ago nei polmoni, di cui nessuno si era precedentemente accorto e che, secondo l’accusa, sarebbe stato possibile individuare con una semplice radiografia, accertamento a cui il paziente, secondo l’accusa, sarebbe dovuto essere sottoposto, viste le sue pregresse condizioni di salute e visto anche che, solo un mese prima, era stato colpito da covid, per cui l’intervento era stato rinviato.
Secondo la ricostruzione dell’accusa, Bosco sarebbe "morto a seguito dell’induzione di anestesia in sala operatoria, nelle fasi preliminari all’esecuzione di operazione chirurgica al setto nasale, a causa di grave insufficienza respiratoria acuta secondaria a polmonite, favorita dalla presenza di corpo estraneo in polmone, rappresentato da un ago da insulina". I medici, anestesisti e otorinolaringoiatri, tre dei quali all’epoca specializzandi, difesi dagli avvocati Maria Bruna Pesci, Ermes Farinazzo, Delfo Berretti, Giancarlo Viti, Giovanni Spina e Federica Pala, sono accusati di omicidio colposo e responsabilità colposa in ambito sanitario e di falso documentale, in relazione alla compilazione di un modulo preparatorio.