"L’ospedale resta senza risposte"

La valutazione del consigliere Barbabella sulla riorganizzazione della rete ospedaliera umbra è che Orvieto resta isolata e marginale. L'ospedale di Orvieto non cambia sostanzialmente le cose, ma carenze come mancanza di personale, lunghe attese e macchinari obsoleti rimangono.

Una realtà che resta isolata e marginale nel contesto della sanità umbra. È la valutazione che il consigliere comunale di minoranza Franco Raimondo Barbabella (nella foto) esprime in merito ai recenti interventi della Giunta regionale sulla programmazione della rete ospedaliera che, nel contesto della Asl 2, crea il terzo Polo Foligno – Spoleto e riorganizza la rete Terni, Narni e Amelia. La riorganizzazione regionale conferma che ci sarà un ospedale di comunità con venti posti letto (che l’amministrazione comunale ha voluto in piazza Duomo) e che "l’ospedale di Orvieto è un nodo della rete di emergenza-urgenza".

Il consigliere Barbabella esprime però posizioni diverse: "Il nostro ospedale e il nostro servizio sanitario complessivo territoriale non possono essere pensati solo in termini numerici e burocratici, ma devono esserlo in termini di ruolo territoriale vasto e di sviluppo. L’operazione per l’ospedale di Orvieto non cambia sostanzialmente le cose, modifica qua e là, ma non dà risposte nemmeno alle esigenze più urgenti, quelle che identificano una struttura che ha carenze ma che almeno funziona seppure con le carenze che ha. Sappiamo tutti quali sono: mancanza di personale e precarietà, lunghe attese e transumanza verso altri ospedali anche per servizi ordinari, servizi da tempo solo sulla carta, distretto, macchinari obsoleti, modernizzazioni solo annunciate".