MICHELE NUCCI
Cronaca

Lingua blu, è emergenza: "Rischia di mettere in ginocchio la zootecnia"

L’appello di Albano Agabiti, presidente regionale di Coldiretti Umbria, di fronte al preoccupante incremento dei focolai di Bluetongue.

Albano Agabiti, presidente regionale di Coldiretti Umbria, lancia l’appello di fronte all’incremento dei focolai

Albano Agabiti, presidente regionale di Coldiretti Umbria, lancia l’appello di fronte all’incremento dei focolai

"Siamo di fronte a un’emergenza che rischia di mettere in ginocchio la zootecnia umbra". È l’appello accorato lanciato da Albano Agabiti, presidente regionale di Coldiretti Umbria, di fronte al preoccupante incremento dei focolai di Bluetongue – o lingua blu – nella regione. Secondo il bollettino epidemiologico del Siman (Sistema Informativo Malattie Animali), i focolai registrati hanno superato quota 100, arrivando a 108 casi, tra “sospetti” e “confermati”. Una crescita allarmante, se si considera che appena pochi giorni prima i casi erano 94.

Il virus, trasmesso da insetti vettori e altamente contagioso tra gli animali – soprattutto ovini – non rappresenta un rischio per la salute umana né per la sicurezza alimentare, ma sta provocando danni ingenti agli allevatori. Dall’inizio di questa nuova ondata, che si aggiunge a quelle del 2003 e del 2014, sono stati ufficialmente segnalati 253 decessi tra gli ovini, con un tasso di mortalità del 2,2% tra gli animali colpiti.

"La situazione è seria – spiega Agabiti – e l’unica arma che abbiamo è la vaccinazione, che al momento non è obbligatoria ma che Coldiretti invita fortemente ad adottare. Fortunatamente i vaccini sono disponibili e finora sono già stati completati cicli vaccinali in 177 allevamenti umbri".

A essere travolti dal virus sono soprattutto gli ovini: 101 dei 108 focolai infatti riguardano questa specie, mentre i restanti 7 sono legati ad allevamenti bovini. Le zone più colpite sono quelle dell’Alta Valnerina, in particolare i comuni di Cascia, Norcia, Monteleone di Spoleto e Spoleto, dove in ciascuno si contano tra gli 8 e i 16 allevamenti coinvolti. Ma i casi si estendono in oltre un terzo dei comuni umbri, da Terni a Orvieto, da Pietralunga a Monteleone di Spoleto.

Per fronteggiare l’emergenza, la Regione Umbria ha attivato una task force veterinaria per il monitoraggio continuo e Coldiretti ha chiesto interventi tempestivi. "Non possiamo lasciare soli gli allevatori – insiste Agabiti –. È fondamentale che vengano erogati ristori rapidi per compensare le perdite e sostenere aziende che rappresentano non solo un settore economico, ma un presidio sociale, ambientale e culturale per le aree interne dell’Umbria". La Regione, dal canto suo, ha fatto sapere di offrire sostegni economici a partire dalla rimozione delle carcasse.