
Albano Agabiti, presidente regionale di Coldiretti Umbria, lancia l’appello di fronte all’incremento dei focolai
"Siamo di fronte a un’emergenza che rischia di mettere in ginocchio la zootecnia umbra". È l’appello accorato lanciato da Albano Agabiti, presidente regionale di Coldiretti Umbria, di fronte al preoccupante incremento dei focolai di Bluetongue – o lingua blu – nella regione. Secondo il bollettino epidemiologico del Siman (Sistema Informativo Malattie Animali), i focolai registrati hanno superato quota 100, arrivando a 108 casi, tra “sospetti” e “confermati”. Una crescita allarmante, se si considera che appena pochi giorni prima i casi erano 94.
Il virus, trasmesso da insetti vettori e altamente contagioso tra gli animali – soprattutto ovini – non rappresenta un rischio per la salute umana né per la sicurezza alimentare, ma sta provocando danni ingenti agli allevatori. Dall’inizio di questa nuova ondata, che si aggiunge a quelle del 2003 e del 2014, sono stati ufficialmente segnalati 253 decessi tra gli ovini, con un tasso di mortalità del 2,2% tra gli animali colpiti.
"La situazione è seria – spiega Agabiti – e l’unica arma che abbiamo è la vaccinazione, che al momento non è obbligatoria ma che Coldiretti invita fortemente ad adottare. Fortunatamente i vaccini sono disponibili e finora sono già stati completati cicli vaccinali in 177 allevamenti umbri".
A essere travolti dal virus sono soprattutto gli ovini: 101 dei 108 focolai infatti riguardano questa specie, mentre i restanti 7 sono legati ad allevamenti bovini. Le zone più colpite sono quelle dell’Alta Valnerina, in particolare i comuni di Cascia, Norcia, Monteleone di Spoleto e Spoleto, dove in ciascuno si contano tra gli 8 e i 16 allevamenti coinvolti. Ma i casi si estendono in oltre un terzo dei comuni umbri, da Terni a Orvieto, da Pietralunga a Monteleone di Spoleto.
Per fronteggiare l’emergenza, la Regione Umbria ha attivato una task force veterinaria per il monitoraggio continuo e Coldiretti ha chiesto interventi tempestivi. "Non possiamo lasciare soli gli allevatori – insiste Agabiti –. È fondamentale che vengano erogati ristori rapidi per compensare le perdite e sostenere aziende che rappresentano non solo un settore economico, ma un presidio sociale, ambientale e culturale per le aree interne dell’Umbria". La Regione, dal canto suo, ha fatto sapere di offrire sostegni economici a partire dalla rimozione delle carcasse.