"Licenziamento collettivo" La Tct chiude l’attività e taglia cinquanta posti di lavoro

Precipita la vertenza tra l’azienda e il Tubificio, del gruppo Ast. Sindacati convocati in Regione e lavoratori pronti a eclatanti iniziative di protesta .

"Licenziamento collettivo"   La Tct chiude l’attività e taglia   cinquanta posti di lavoro
"Licenziamento collettivo" La Tct chiude l’attività e taglia cinquanta posti di lavoro

Licenziamento collettivo per cessazione di attività. L’annuncio ufficiale che taglia cinquanta posti di lavoro (nella foto un metalmeccanico) e spinge altrettante famiglie sul baratro è arrivato ieri poco dopo l’assemblea delle maestranze: la Tct (Taglio commercializzazione tubi) chiude i battenti. C’è anche una data: il 21 maggio. L’azienda che opera di fatto nell’indotto Ast per conto del Tubificio, con contratto d’appalto in scadenza tra poco meno di un anno, stavolta fa sul serio.

Il contenzioso con Ast va avanti da mesi: già a dicembre Tct aveva annunciato la sospensione dell’attività dopo la fermata natalizia. La "trattativa" avviata con Ast sembrava aver scongiurato il peggio, che si è concretizzato però ieri purtroppo. I sindacati si sono quindi riuniti per decidere il dà farsi, in uno scenario decisamente delicato nell’ambito di un confronto tra privati: Tct e Ast. Lo stesso Giovanni Arvedi, presidente di Ast, aveva speso, sempre nel periodo natalizio, parole rassicuranti sulla sorte dei lavoratori Tct. Lavoratori e sindacati dei metalmeccanici, Fiom, Fim e Fismic, pensano anche ad eclatanti iniziative di sensibilizzazione che dovrebbero tenersi oggi: ultimo giorno della campagna elettorale per le comunali.

Tct motiva sostanzialmente l’avvio della procedura di licenziamento collettivo e lo stop all’attività con una graduale riduzione di commesse da parte del Tubificio, iniziata nel 2022 e proseguita nei primi mesi del 2023, comportando sempre secondo Tct una grave diseconomia nei conti aziendali. I sindacati, che ieri hanno incontrato i lavoratori fino in tarda serata per decidere quali iniziative intraprendere, hanno anche chiesto incontri urgenti al prefetto, ai vertici di Ast, del Tubificio e all’assessore regionale allo sviluppo Fioroni. Quest’ultimo li ha convocati martedì.

Ste.Cin.