
Lasciata dal fidanzato Ha una crisi d’aggressività
È la richiesta di aiuto di una famiglia che, in realtà, è l’urlo disperato di molti. Di chi si trova a dover fronteggiare un figlio o un fratello con una patologia mentale. "Ci sono dei momenti di crisi in cui ci sentiamo abbandonati e finiamo per temere anche per la nostra stessa vita". Così succede che in un pomeriggio qualunque, con il caldo che toglie il fiato, a Ponte San Giovanni, una ragazza di neanche vent’anni, con disturbi dello spettro autistico, l’80% di invalidtà e una sospetta patologia bipolare, venga lasciata dal fidanzatino. Ne viene fuori una crisi di aggressività (non l’unica, a dire il vero): la ragazza diventa violenta (è la malattia, nonostante i farmaci), contro la mamma. Mamma che, peraltro, è una “mamma di cuore“: lei e il marito hanno scelto di accoglierla in affido quindici anni fa, quando la diagnosi era già stata fatta. E ieri quei due genitori si sono trovati soli: "Una situazione difficilissima da gestire – racconta il papà della ragazza –: temi per lei, ma temi anche per te stesso, perché non sai dove arriverà la sua aggressività". Viene chiamato il 118, poi anche i carabinieri e la polizia. Tutto pur di “fermare“ quel momento di difficoltà della ragazza. Alla fine, dopo che i genitori hanno mosso mari e monti, protestato e chiesto aiuto a più riprese, la giovane è stata portata in ospedale. Ma non è stato facile. Poi il “tso“, trattamento sanitario obbligatorio. "Non possiamo essere costretti a implorare per ottenere aiuto e sentirci dire ’noi non possiamo fare niente’. Il sistema non funziona, così non si può andare avanti".