REDAZIONE UMBRIA

La Rocchicciola ridotta a un rudere

Assisi: la fortificazione fatta costruire dal cardinale Albornoz chiusa da decenni. "Un’occasione persa"

Tutti lo dicono, dai residenti alle associazioni fino ai turisti. La zona del Cassero di Sant’Antonio (o Rocca minore) merita maggiore attenzione: per la presenza della storica fortificazione, per essere una delle ‘porte’ al Subasio per gli amanti delle escursioni delle passeggiate, delle arrampicate in bicicletta, per offrire un po’ di refrigerio, soprattutto in periodi come questi. Purtroppo la Rocchicciola, così comunemente chiamata dagli assisani, fatta edificare dal cardinale Albornoz nel 1367 di fatto è sempre chiusa ai visitatori che pure vengono attirati dall’alta torre (alta oltre 30 metri) e dalle mura che delimitano l’area e dove è presente anche una cappellina, dedicata all’esaltazione della Santissima Croce, decorata da una Crocifissione di Matteo da Gualdo; cappellina custodita dalla Compagnia dei Cavalieri del Colle del Paradiso che, sino al terremoto del 1997, vi aveva anche la storica sede. Negli anni si è parlato di come poter rendere fruibile e visitabile l’area fortificata, la torre – vi sono conservati anche gli stemmi di Gian Galeazzo Visconti, duca Milano, quello del Comune di Assisi, con il leone rampante e lo stemma dei Cavalieri del Colle del Paradiso -, la cappellina; zona da dove, peraltro si può ammirare uno splendido scorcio della sottostante città di Assisi. Si era parlato di rendere accessibile la torre, di realizzare all’interno dello spazio racchiuso dalle mura iniziative culturali, concerti, ma tutto è rimasta lettera morta, con il cancello inesorabilmente chiuso e l’impossibilità di accedervi. Non brillano poi le vie di accesso, sia quella che costeggia, dall’interno la cinta muraria – che meriterebbe attenzione, invasa com’è dalle erbe infestanti -, sia quella esterna e alberata, assai malmessa nonostante venga utilizzata dalle auto, dai pedoni, dalle biciclette. A questo si aggiungono situazioni da migliorare sul piano pratico (indicare se c’è una possibilità per la visita, magari su prenotazione) e del decoro degli spazi adiacenti. Non sono un bel biglietto da visita nemmeno le potature abbandonate a lato della fortezza la cui presenza mal si concilia con il rischio incendi di questo periodo. E ancora dare una sistemate alle staccionate dell’area verdepic-nic, dove sono presenti un paio di tavoli (di un altro sono rimaste solo le viti infisse nel terreno). Per tacere della strada che si inerpica verso il monte Subasio, assai dissestata. Un luogo frequentato – da escursionisti, da stranieri – che dunque meriterebbe un’adeguata sistemazione e organizzazione visto che ha le potenzialità per divenire un ulteriore attrattore turistico.

M.B.