Uno strano incidente, sicuramente insolito per un super esperto di sci ed alpinismo come era Fabio Racanella, l’istruttore alpinista di Orvieto di 52 anni che ha perso la vita domenica sulla vetta del Gran Sasso. Racanella che lascia la moglie ed un figlio piccolo, stava scendendo con gli sci da alpinismo dalla vetta del Gran Sasso, il Corno Grande, lungo il canale Bissolati, a quota 2.000 metri, quando per cause ancora da accertare ha perso il controllo degli sci ed è caduto per una cinquantina di metri lungo la tortuosa e ripida discesa, disseminata di rocce e ghiaccio. A dare l’allarme sono stati altri sciatori con cui sembra si fosse dato appuntamento in vetta del Corno Grande e che hanno assistito alla tragedia. Inutili i soccorsi del 118 che in elicottero si è alzato da Teramo. La magistratura della città abruzzese ha aperto una inchiesta per far luce sulla tragedia mentre i funerali sono stati fissati per domani alle 15.30 nella chiesa di Allerona Scalo, paese di cui Fabio era originario. Alcuni esperti di montagna hanno valutato molto rischiosa l’ascesa affrontata dallo sci-alpinista umbro: le recenti abbondanti nevicate seguite alla pioggia e alle temperature tornate finalmente primaverili avrebbero sconsigliato l’uso degli sci in alta quota, come ha confermato il capo delle guide abruzzesi: "Io sono ad arrampicare sulla Costiera Amalfitana, perché so bene che adesso, lassù, non è il caso di andare – ha spiegato Davide Di Giosafatte, presidente delle guide alpine d’Abruzzo –perché le previsioni meteo non prevedevano nulla di buono. Ci sono state, infatti, importanti precipitazioni recentemente e in questi casi ci vuole una attenzione speciale: siamo a fine stagione, le temperature sono in aumento, entro mezzogiorno al massimo devi stare al sicuro proprio per l’instabilità della neve dovuta al calore – ha aggiunto il capo delle guide – La stagione ormai è andata, lo ripeto a tutti, per fare quelle cose. Ora è troppo rischioso, oltre tutto c’è stata una grossa valanga nella Conca degli Invalidi, che testimonia la pericolosità della montagna". E quando si parla di valanghe sul Gran Sasso non può non venire in mente la tragedia di Rigopiano, quando una massa imponente di neve, alberi e rocce travolse l’hotel nel 2017 uccidendo 29 ospiti del lussuoso resort.
Cla.Lat.