
Il direttore del pronto soccorso dell’ospedale Santa Maria, Giorgio Parisi, replica via social alle polemiche degli ultimi giorni, con l’ennesima denuncia dei sindacati sui disservizi (tra l’altro le 17 ore di attesa di un paziente) e la successiva "visita" del direttore regionale alla sanità, Massimo D’Angelo, per "verificare la situazione e dare disposizioni organizzative sull’afflusso dei pazienti". In un lungo post, il direttore Parisi usa un’allegoria per spiegare la situazione. Immaginate, dice, che i bar siano privati, gestiti dallo Stato, e che alla fine in una città ne rimanga solo uno: la fila sarà enorme, l’attesa pure, i baristi saranno esausti, ma a nessuno verranno negati cornetto e cappuccino. "Ultima considerazione – conclude il dottor Parisi – : non maltrattate più questo bar, è l’unico rimasto aperto h24, è preferibile confrontarsi. Non possiamo mandare via nessuno. Come in moltissimi altri pronto soccorso italiani, in queste condizioni quei pochi baristi che sono rimasti se ne vogliono andare. I giovani non vogliono più lavorarci. Guardate che il pronto soccorso non è per tutti, non è una passeggiatina. Se chiude sono veramente dolori. Per chi come me ci ha fatto un progetto di vita, è veramente doloroso scrivere queste cose. Chiedo formalmente scusa a chi lavora nei bar veramente". Intanto la direzione dell’Azienda Ospedaliera ternana precisa che fra il 19 e il 20 luglio, nelle ore in cui si colloca la protesta del paziente, in codice verde, rimasto 17 ore in attesa, sono stati visitati 214 pazienti, di cui 4 in codice rosso e 32 in codice giallo. E che il paziente che ha avuto la lunga attesa è stato tenuto in osservazione durante tutta la sua permanenza.