CITTA’ DI CASTELLO
Cronaca

Il calcio secondo Bergoglio. E’ il patron del Città di Castello

Il pronipote del Papa argentino è diventato il proprietario della squadra umbra, che gioca nei dilettanti "Tutto quello che facciamo dobbiamo farlo bene per essere all’altezza anche della sua memoria" .

Il pronipote del Papa argentino è diventato il proprietario della squadra umbra, che gioca nei dilettanti "Tutto quello che facciamo dobbiamo farlo bene per essere all’altezza anche della sua memoria" .

Il pronipote del Papa argentino è diventato il proprietario della squadra umbra, che gioca nei dilettanti "Tutto quello che facciamo dobbiamo farlo bene per essere all’altezza anche della sua memoria" .

di Fabrizio Paladino

(Perugia)

Nella città dei santi patroni Florido e Amanzio, della santa Veronica Giuliani e della probabile santa delle disabilità, Margherita, il presidente della squadra di calcio non poteva che chiamarsi Bergoglio. Lui è infatti Matias Bergoglio, pronipote di Papa Francesco, da pochi giorni numero uno del Città di Castello insieme ad un gruppo di imprenditori argentini. Il 53enne, il cui padre è cugino di secondo grado del pontefice da poco scomparso, è imprenditore da oltre un decennio per un’azienda umbra che esporta in tutto il mondo, Argentina compresa. Un cognome che non passa inosservato, dunque, una nuova avventura tra sport e fede. Si tratta di un punto di svolta per il club biancorosso, alle prese con una difficile stagione e desideroso di rinascita.

Ma questa non è solo una storia di calcio: è anche un intreccio di famiglia, spiritualità e passione sportiva, che lega due continenti e due generazioni, con sullo sfondo il nome di uno dei pontefici più amati della storia recente. Un progetto ambizioso, quindi, che punta a ricostruire dal basso, un passo alla volta, un’identità sportiva solida, partendo proprio dal cuore dell’Umbria.

Nei giorni scorsi a Città di Castello la presentazione ufficiale, le prime parole del patron poi subito il ritorno nel Paese di origine per poco tempo. Matias si stabilirà successivamente in alta Umbria. Il figlio Felipe, ventenne calciatore tra i dilettanti, già alla fine della scorsa estate aveva fatto parlare di sè raggiungendo la stessa zona per giocare in D col Trestina, a pochi chilometri da Città di Castello, per poi trasferirsi nella Castiglionese, Eccellenza toscana. Il padre lo ha seguito passo per passo, innamorandosi della città di Monica Bellucci fino alla decisione di salire al vertice del club biancorosso. Matias più volte ha incontrato lo zio Jorge Mario in Vaticano insieme agli altri parenti. La nuova guida del Castello Calcio ha parlato di "responsabilità e serietà prima di tutto. Il progetto sarà lungo prima di tornare ad alti livelli, ci vorranno almeno 10 anni ma si andrà avanti un passo alla volta. Vogliamo coinvolgere la città e sogniamo la serie C. Essere qui è un onore" ha detto. Bergoglio – che assumerà la carica di amministratore unico e presidente dopo la gestione di Fabio Calagreti che ha garantito il passaggio – è inserito nell’organizzazione commerciale di una holding locale e conduce una cordata di investitori argentini "aperta a chi vorrà collaborare a vari livelli", come ha spiegato alla presentazione.

"È una responsabilità quadrupla per ciò che faremo; abbiamo passato mesi molto pesanti, tutto quello che facciamo dobbiamo farlo bene per essere all’altezza anche della memoria di Papa Francesco", ha dichiarato. L’obiettivo della nuova dirigenza tifernate è consolidare i risultati sportivi in Promozione, tentare subito la risalita e potenziare il settore giovanile, puntando su sinergie tecniche e commerciali fra Umbria e Sudamerica.