MICHELE NUCCI
Cronaca

I rilievi della Corte dei Conti: "Partecipate, manager restituiscano i compensi"

Secondo la Sezione controllo, sono somme percepite in più nel ’23 e ’24 da parte di alcuni amministratori di società regionali come la Gepafin.

La Sezione controllo della Corte dei Conti dell’Umbria è presieduta da Antonello Colosimo

La Sezione controllo della Corte dei Conti dell’Umbria è presieduta da Antonello Colosimo

Ci sono somme in eccesso che alcuni amministratori di società partecipate della Regione hanno indebitamente percepito nel 2023 e nel 2024 e per le quali ora la Sezione controllo della Corte dei Conti dell’Umbria, presieduta da Antonello Colosimo, ne ha chiesto la restituzione. O meglio, sollecita la Regione a recuperare quelle cifre. Si tratta di amministratori Gepafin ai quali è stato chiesto di ‘restituire’ importi di un certo rilievo. Il presidente Colosimo nella adunanza di ieri – alla quale è intervenuta la presidente della Giunta regionale, Stefania Proietti – ha ribadito che queste somme sono stabilite dal Tusp (Testo unico delle società partecipate), mentre la partecipata della Regione, ritiene che una parte della stessa sia giuridicamente da considerare come una ’società finanziaria’ a tutti gli effetti. Da qui la ‘diatriba’ con la richiesta esplicita della Sezione controllo del recupero che riguarda in verità anche i compensi percepiti da alcuni amministratori della Sase – che gestisce lo scalo di Sant’Egidio – e Umbria Tpl e Mobilità. Di nuovo Colosimo ha poi richiamato Palazzo Donini ad "attuare le azioni necessarie a evitare che le contribuzioni periodiche (sempre alla Partecipate) possano costituire il mezzo per celare perdite, ovvero inefficienze degli enti, anche mediante una più adeguata quantificazione e una migliore definizione del Defr".

E sempre ieri, nella Camera di Consiglio, la Sezione controllo ha approvato l’indagine relativa ai contratti degli appalti pubblici finanziati con risorse del Pnrr. Dai riscontri forniti dalle amministrazioni coinvolte (Regione e Comuni) è emersa la presenza di 728 polizze fideiussorie per un valore garantito di oltre 111 milioni di euro (111.160.855). Di queste polizze ben 707 sono risultate valide e quindi legittime, mentre sono stati rilevati alcuni profili di criticità su alcune fidejussioni che riguardano l’Azienda ospedaliera di Terni e la Usl 1 dell’Umbria . Ci sono poi 5 polizze per interventi della Provincia di Terni sulle quali c’è stata dichiarata la mancata verifica da parte dell’ente sull’autenticità e legittimità dei contratti. La questione più grave riguarda il Comune di Terni che ha segnalato la contraffazione di una polizza per un importo di 187 mila euro, contraffazione accertata solo dopo che c’era stata la risoluzione contrattuale con possibili profili di responsabilità erariale del Responsabile unico del procedimento.

M.N.