
I «7 Cervelli», all’anagrafe Luca Pellegrini e Fabrizio Fabbi
"Parlo co un de Milano, me dice che sò toscano. Parlo co n’ torinese, me scambia pe n’ pugliese". Per Luca e Fabrizio il 17 gennaio è una data da cerchiare sul calendario. "Sì, un po’ come fosse il patrono". La giornata nazionale del dialetto e delle lingue locali celebrata dai... 7 Cervelli, all’anagrafe Luca Pellegrini e Fabrizio Fabbi. Già proprio loro che del perugino hanno fatto il loro pane quotidiano fin da quando si sono conosciuti all’asilo di Ramazzano. "Luca faceva lo spavaldo con i più piccoli – ricorda subito Fabrizio - e io gli davo le scorze per correggerlo". "Ma veramente io questa cosa non me la ricordo". E pensare che adesso potrebbero anche ritrovarsi a scuola ma da compagni di cattedra invece che di banco… "Sarebbe un sogno, davvero. Perché il dialetto viene usato soprattutto per far divertire ma, in questo multiculturalismo in cui viviamo, è una delle poche cose che ci riporta alle nostre radici. Come parlavano i nostri nonni, gli attrezzi con cui lavoravano i campi, ad esempio, per chi viene da famiglie contadine. Strumenti oggi in disuso e sconosciuti ai nostri figli, così come tante tradizioni che rischiamo di perdere. Il dialetto è una lingua che serve a riportare il passato nel presente".
Una lingua addirittura? "Per me – sorride Luca – sì. Sul serio. Quando tornavo da scuola e parlavo con mia nonna, capivo proprio che lei e la maestra parlavano due idiomi diversi. Sale diventava sèle". Come in Lassa Gì… "Esatto". La canzone che, nel 2014, ha sancito la definitiva notorietà dei 7 Cervelli. "Uscì ad inizio luglio. Una settimana dopo siamo saliti in centro per fare un giro. Era la prima sera di Umbria Jazz. Siamo dovuti tornare indietro. Foto, autografi, pensavamo ad uno scherzo". "Poi però – sorride Luca – ci siamo fermati lì. Fabrizio non se l’è sentita di lasciare il suo lavoro e così anche io ho dovuto seguirlo". Responsabile della logistica in un’azienda uno, direttore della Padel Arena l’altro. Con un sogno nel cassetto: "Provare ancora a fare i comici di professione. Qualcuno dice che il dialetto è limitante ma è la lingua in cui nascono le idee che fanno sorridere anche noi quando ci vengono in mente. A conti fatti, poi, oggi facciamo più serate fuori dall’Umbria che in Umbria". E di serate Luca e Fabrizio ne hanno fatte in quasi 25 anni di carriera da quando, per la prima volta, poco dopo l’uscita di Titanic, ripresero, con la loro telecamera, lo schermo della tv, abbozzando il primo doppiaggio in perugino. "Poi siamo passati a Beautiful che, con le sue 100mila puntate, si prestava meglio…".
Nel 2003 la nascita del sito ufficiale, nel 2014 il lancio di Lassa Gi "che abbiamo cantato al Curi in apertura del campionato di serie B 2014-2015 prima del fischio di inizio di Perugia-Bologna". E Luca, da ex calciatore professionista, avrebbe anche avuto i numeri per scendere in campo… "Ma nel Perugia giocava Diego Falcinelli. É un amico, l’avrei fatto sfigurare…". La soddisfazione professionale più grande? "Quelle che non si vedono e non si conoscono. I messaggi di gente che ti chiede video per amici o familiari che stanno poco bene e hanno bisogno di un sorriso". Ma nella coppia chi è fa la donna. "I capelli lunghi – sottolinea Luca – ce l’ha Fabrizio. Quindi io so io e lu è lia". Buon 17 gennaio.