"Gara Tpl, fuori dalla partita 150 lavoratori"

I sindacati Filt Cgil e Faisa Cisal denunciano la "definitiva privatizzazione e precarizzazione" del trasporto pubblico locale in Umbria, con rischi per i livelli occupazionali ed economici, taglio di 13 milioni di euro e ricorso a appalti e subappalti.

"Gara Tpl, fuori dalla partita 150 lavoratori"

"Gara Tpl, fuori dalla partita 150 lavoratori"

"Purtroppo le nostre preoccupazioni rispetto al futuro del Tpl in Umbria sono confermate, anzi persino aggravate dopo aver letto i contenuti del piano di affidamento predisposto da Umbria Mobilità per la gara". Filt Cgil e Faisa Cisal dell’Umbria, i sindacati che si sono opposti alla decisione di frammentare il trasporto pubblico locale in quattro lotti, dando vita a quella che definiscono la "definitiva privatizzazione e precarizzazione del Tpl umbro", sono tornati a denunciare i rischi di un’operazione che considerano dannosa. "Siamo al paradosso di istituzioni pubbliche che anziché rilanciare, affossano il lavoro – dicono Ciro Zeno, segretario Filt Cgil Umbria e Christian Di Girolamo, Faisa Cisal Umbria –. Infatti alle aziende che parteciperanno alla gara non è richiesto l’obbligo di mantenere i livelli occupazionali ed economici attuali a parità di servizi per più di un anno, ma si parla solo di un generico ’impegno’ su questo aspetto fondamentale e di una non meglio specificata ’premialità’ in sede di gara. Oltre a questo - aggiungono – sono già fuori dal perimetro della gara circa 150 maestranze, ovvero i lavoratori di Savit, che si occupa dell’assistenza ai mezzi, quelli del noleggio e della mobilità alternativa".

Altri aspetti che preoccupano Filt Cgil e Faisa, sono il taglio di 13 milioni di euro, rispetto all’attuale investimento in Tpl e poi il ricorso ad appalti e subappalti, che creerà secondo il sindacato, "lavoratori di serie A, di serie B e di serie C", con il rischio concreto di rivivere sul territorio umbro "esperienze già provate in altre regioni, dove aziende poco affidabili non pagano i contributi e il welfare sanitario dei lavoratori".