LUCA FIORUCCI
Cronaca

Furti in casa a raffica, presa la banda. Il gip firma cinque ordini di arresto

Quattro in carcere, uno è fuggito. Citofonavano per accertarsi che i proprietari fossero fuori poi scattava il blitz

La conferenza stampa di presentazione dell’operazione

La conferenza stampa di presentazione dell’operazione

L’obiettivo era non tornare a mani vuote a Foligno. Colpire e colpire, continuare a insistere finché non veniva messo a segno il colpo, quello “giusto“. Una banda di specialisti, capaci di entrare nelle case e fare razzie in due, tre minuti. Secondo uno schema che, in base alle indagini condotte dagli investigatori del commissariato di Foligno e della squadra mobile di Perugia, era rodato e collaudato. Ieri, su richiesta della Procura di Spoleto, il giudice per le indagini preliminari ha disposto la misura cautelare in carcere per cinque uomini, tra i 20 e i 34 anni, di etnia sinti, residenti in maniera stanziale a Foligno. Quattro sono stati fermati, il quinto è al momento sfuggito all’arresto.

Le indagini, come è stato spiegato dal commissario Adriano Felici e dalla dirigente della Mobile, Maria Assunta Ghizzoni, alla presenza del procuratore capo di Spoleto, Claudio Cicchella, del sostituto Alessandro Tana, e del questore Dario Sallustio, sono state compiute con estrema rapidità e alla "vecchia maniera", con appostamenti e pedinamenti. "Colpivano in maniera estremamente rapida, per cui coglierli in flagranza era difficile" ha spiegato il commissario Felici. E se i colpi, alcuni di quelli contestati, sono avvenuti praticamente in diretta, con la polizia che è intervenuta mancando la banda per pochi attimi, c’è il sospetto che i cinque indagati possano essere responsabili anche di altri colpi, oltre ai 4 portati a termine e a quello tentato che sono stati denunciati dalle vittime e che vengono contestati loro.

Gli episodi che la Procura di Spoleto contesta agli indagati sono cinque, avvenuti a Trevi, Bevagna, Collazzone, Todi, Bettona, tra febbraio e marzo. Il gruppo, secondo quanto ricostruito dalle indagini, avrebbe raggiunto il luogo prescelto in auto, disponendo una vettura per la fuga. Dopo aver perlustrato la zona, i cinque sarebbero entrati in azione. Prima di tutto citofonando per verificare che le case fossero vuote, tentando anche in dieci abitazioni per volta. Poi, dopo aver forzato una porta o una finestra, sarebbero entrati in casa per uscirne in una manciata di minuti e quindi fuggire. I colpi avrebbero fruttato anche 20mila euro. Arnesi da scasso e walkie talkie sono stati recuperati nel corso delle perquisizioni insieme ad diversi oggetti di valore, alcuni già attribuiti ai furti specifici. Per altri si stanno facendo approfondimenti. Come detto, nell’ipotesi che le azioni riferibili ai 5, alcuni con precedenti specifici, ma anche per rapine e rissa, possano essere di più.

Luca Fiorucci