
Francesco Capaldo
Magione, 7 aprile 2017 - Francesco Capaldo offre ai consumatori che lo desiderano la possibilità di mettere in tavola i prodotti biologici dell’orto in «affitto». Pomodori, melanzane, patate, angurie: a chilometro zero e senza forzature stagionali. L’imprenditore, che è uno studente di 22 anni, iscritto alla Facoltà di agraria, ha pensato a questa formula innovativa per diversificare l’azienda di famiglia e per proporre un servizio che faccia rima con qualità, prezzi contenuti, genuinità.
Ma come le è venuta in mente questa idea?
«La mia famiglia – spiega Francesco – è proprietaria da generazioni del vivaio “Valle verde garden center”,svariati ettari di terreno dalle parti di Magione, dove usiamo tecnologie green, a partire dall’utilizzo dei vasi, realizzati con meteriali naturali, all’impianto fotovoltaico. All’interno di questo spazio ho progettato l’azienda agricola “L’orto del mi’ nonno”, una start-up universitaria che rappresenta il mio futuro e la mia fonte di reddito».
Come funziona «L’orto del mi’ nonno»? «Si tratta di singoli appezzamenti di terreno di circa 100 metri quadrati. Noi ci occupiamo di tutto: della semina, all’irrigazione. L’affittuario ha diritto al raccolto di stagione».
Quanto costa «affittare» un orto? «Quattro mesi costano 250 euro. In cambio sono garantiti prodotti rigorosamente bio e di stagione; la resa è molto superiore al costo».
E’ piaciuta l’idea? «Moltissimo. Per questo quadrimestre abbiamo avuto già una quindicina di prenotazioni».
Che vantaggi offre la sua formula? «Quelli di tornare a mangiare prodotti sani, di stagione, al cento per cento biologici e ad un costo ragionevole. C’è poi il valore aggiunto del “rito” del raccolto, che lega il consumatore alla terra, esaltando l’origine doc del prodotto. Tra i nostri clienti ci sono anche alcune famiglie con i bambini ed è una festa quando vengono a raccogliere i frutti dell’orto».
L’amore per la terra da un lato, dall’altro il suo percorso universitario: come si conciliano? «Direi che sono complementari. L’agricoltura moderna ha futuro soltanto se supportata da un piano di “business”, in altre parole le aziende stanno in piedi se le sappiamo vendere. L’agricoltore se vuole sopravvivere deve “sapere” ed essere prima di tutto imprenditore. Fondamentali anche le strategie per commercializzare i prodotti: lo studio in questo insegna molto».