Formarsi per l’accoglienza. La scuola dà voce alla sordità

Abbiamo incontrato Elisa Minelli facilitatrice della comunicazione: la sua esperienza. CLASSE III B DELL’ISTITUTO COMPRENSIVO PERUGIA 5 .

Di sicuro a molti sarà capitato di sentir parlare di sordità, ma come tutte le cose non si può metabolizzare a fondo il concetto senza viverlo; noi abbiamo avuto questa fortuna e vogliamo condividerla con voi. Dall’anno scolastico 2023/24 nell’Istituto Comprensivo Perugia 5 è entrata in una classe prima una ragazza sorda che usa il linguaggio della LIS per comunicare. Dopo aver fatto alcune ricerche su questo mondo a noi sconosciuto, siamo andati a intervistare la classe IC che ci aperto le porte con entusiasmo. I ragazzi ci hanno detto che inizialmente non comunicavano molto bene con la nuova compagna, ma con il tempo hanno imparato a interagire con lei, utilizzando i segni della LIS. Inoltre, abbiamo incontrato Elisa Minelli, facilitatrice della comunicazione che supporta il lavoro degli insegnanti e dei ragazzi sei ore alla settimana, tutti i giovedì. Abbiamo raccolto la sua voce: ci ha raccontato che i ragazzi stanno apprendendo la LIS (la classe è infatti tappezzata di cartelloni esplicativi che aiutano gli scambi comunicativi), mentre i professori, cosa di cui va molto fiera, partecipano a un corso pomeridiano, tenuto da lei, per capire come strutturare lezioni efficaci in presenza di alunni sordi. Elisa ci ha raccontato che per diventare facilitatrice ha dovuto studiare moltissimo, ben tre anni a Perugia e due a Roma, specializzandosi in assistenza alla comunicazione, un corso parauniversitario dove si vive la lingua dei sordi: si studia la cultura, la storia e il modo di costruire le frasi dei non udenti.

Ci siamo quindi rivolti ai professori che seguono la classe per capire in che modo le loro lezioni siano cambiate dopo l’arrivo di quest’alunna. La professoressa di tecnologia, Camilla Festuccia, ci ha spiegato che ha appositamente invertito la lezione di teoria con quella di pratica, in modo da sfruttare la presenza della facilitatrice che dà alla studentessa tutte le indicazioni per procedere con il disegno tecnico. Invece, il professore di arte, Michele Ticchi ci ha rivelato che la sua lezione non ha subito modifiche, dal momento che le sue due ore sono fissate di giovedì e quindi coincidono con quelle di Elisa; ha aggiunto che cerca comunque di guardare la ragazza in viso, di parlare lentamente e di utilizzare molte immagini per supportare la sua lezione. In conclusione, intervistando insegnanti e alunni ci siamo resi conto che per tutti la sordità non è stata percepita come un limite, bensì come una risorsa che ha avviato un cammino di solidarietà, caratterizzato da un forte desiderio di appoggio reciproco.