MICHELE NUCCI
Cronaca

Ferdinandi attacca il centrodestra: "Su Nodo e Buco di bilancio solo slogan per raccattare voti"

"Curi, candidare chi ha interessi diretti è antidemocratico. ’Perugia 1416’? Qualità bassa. Sulla variante non mi importa tenere insieme la coalizione, ma fare l’interesse della città".

Ferdinandi attacca il centrodestra: "Su Nodo e Buco di bilancio solo slogan per raccattare voti"

Ferdinandi attacca il centrodestra: "Su Nodo e Buco di bilancio solo slogan per raccattare voti"

Vittoria Ferdinandi, come va questa sua prima campagna elettorale?

"Sento entusiasmo non solo nei numeri, ma nella tonalità delle persone, nel coinvolgimento emotivo. C’era un popolo un po’ assopito in effetti... E mi riempie d’orgoglio la partecipazione dei giovani, spostati fin qui in uno spazio virtuale e depressivo, che invece stanno tornando protagonisti".

Qual è la principale richiesta che le rivolgono i cittadini?

"Di non lasciarli soli, di non farsi vedere solo in campagna elettorale e poi sparire. È una richiesta alla politica in generale, non a una sola parte. Dal punto di vista pratico la gente ci chiede di migliorare le strade, il decoro, ma non ci sono solo questioni di questo tipo, c’è da ricucire una città frammentata dal punto di vista sociale, della mobilità, urbanistico".

A proposito di strade, sa già se diventasse sindaca quante risorse potrà investire su questo capitolo?

"Scoccia parla di 10 milioni all’anno.... Ma noi credo dovremo fare una ricognizione prima, partendo dalle strade che vanno messe in sicurezza. A quel punto quantificheremo la spesa per poi agire magari attingendo a questo presunto avanzo di bilancio di cui parla il centrodestra e attingendo a risorse esterne se ce ne fosse possibilità".

Ecco il ‘buco’ di bilancio. Più volte è stato rinfacciato a Boccali & Co. Che ne pensa?

"Per loro era un grande tema politico di rottura con il passato: la contrazione del disavanzo è stata più rapida del previsto proprio per mantenere alto quello che per il centrodestra è un cavallo di battaglia. Stiamo analizzando i bilanci. Diciamo pure che i Comuni che avevano un disavanzo reale sono stati commissariati. Però mi sono stufata di sentirmi dire che non sono state fatte tante cose per la città perché dovevano risanare il bilancio. Basta con ’sta storia!".

A lei però non piace molto parlare di quando governava la sinistra, sia sincera?

"Non è che non mi piace, ma provare ad addossarmi le presunte colpe di allora mi sembra sinceramente fuori luogo. Le colpe dei padri non possono ricadere sui figli, men che meno di una storia politica che non mi appartiene. Certo, dopo 60 anni la sinistra era sclerotizzata anche fisiologicamente, allontanata dalla città. E questo lo ha giustamente pagato. Romizi però ha ricucito un rapporto di prossimità con la gente per le sue capacità umane, dice che dà il suo numero di telefono a tutti… La sola prossimità è però un terreno in cui in politica si creano rapporti clientelari. L’amministrazione partecipata è un’altra cosa".

Veniamo al Nuovo Curi: che ne pensa?

"E’ un bel progetto. Ma mastodontico e con volumi esagerati, troppo cemento. Apprezzo che l’amministrazione non abbia accelerato. Devo anche constatare però che si è arrivati a questo punto per colpa dell’immobilismo di dieci anni. Ma siamo poi sicuri di volerlo privatizzare? Aggiungo che candidare una persona nelle liste di centrodestra con interessi diretti in un progetto non fa bene al processo democratico".

I grandi eventi come il concertone Rai di fine anno o simili, sono la strategia giusta per cultura e turismo?

"Sono il risultato di una prospettiva che è poco ‘di sistema’. Possono andar bene, ma creano problemi, mettono sotto stress una città come Perugia che non è ancora pronta a certi fenomeni. Non so insomma, quanto giovino davvero anche all’immagine della città. Non escludo che i visitatori abbiano raccolto disagi. Per questo l’offerta culturale non può ridursi ai grandi eventi. Va rivista sotto molti punti di vista".

E “Perugia 1416”?

"Ogni volta che penso che in dieci anni l’amministrazione è riuscita a produrre una manifestazione come questa che è la più partecipata del centrodestra, credo che quello che è stato investito – circa un milione di euro (quest’anno 35mila, ndr) – non abbia avuto alcun ritorno economico. Non ha attrattività turistica. Senza entrare nel merito della qualità della manifestazione che mi sembra piuttosto bassa...".

Del Metrobus ha già detto molto in questi giorni. Qualcosa da aggiungere?

"Solo che la nostra scelta sarà attenta e puntigliosa e fatta per il bene dei cittadini".

Veniamo al Nodo di Perugia: mi pare che nella sua coalizione ognuno la pensi in modo diverso. Una bella grana...

"Guardi, a me non interessa tenere insieme le diverse anime della coalizione, ma anche qui come per il metrobus e altri progetti, mi preoccupo dell’interesse e dei diritti dei cittadini. E non lo farò con posizioni aprioristiche e ideologiche che gli altri sbandierano ai quattro venti per raccattare quattro voti. Credo che interloquire con Anas prima di dare un consenso sia doveroso. Senza contare che la Giunta comunale nel 2021 era contraria al Nodo. Non voglio dare risposte di propaganda come loro, ma valutare con attenzione".

È molto critica anche con la scelta di realizzare la Città del Cioccolato al Mercato Coperto. Insomma, non le piace proprio niente di questa amministrazione…

"Quello è uno spazio pubblico in cui sono stati investiti 5 milioni di risorse pubbliche. Ci vuole ambizione, visione, futuro. Intanto nel bando precedente la possibilità era di gestirlo per 9 anni più 9, mentre qui siamo saliti a 30, chissà perché. Nel secondo bando poi non c’era alcuna indicazione, un’idea: si poteva aprire sia la città del cioccolato ma anche una scuola di zumba o di palloncini volanti. Sono certa che l’idea della filiera agroalimentare, dell’enologia umbra, con programmazione socio culturale avrebbe funzionato. Non credo che i perugini attendano con ansia la Città del cioccolato e non credo sia in grado di muovere grandi flussi turistici. E ciò vale anche per gli altri contenitori del centro".

Cioè?

"Non ho ancora capito ad esempio cosa verrà fatto all’interno del Turreno. E non scordiamo che San Francesco al Prato o la Biblioteca degli Arconi che non sono certo idee di Romizi".

A proposito, ha intenzione di mettere mano alla Ztl?

"Anche qui c’è tutto il frutto dell’incapacità di dire sì o no. Un mix di provvedimenti confusionari, di difficile comprensione. Non credo che le microzone abbiano portato qualche beneficio ai commercianti. Il centro è un luogo di incontro, non un grande parcheggio".

Mi dice un aggettivo per ogni suo avversario?

"Baiocco è spirituale, Monni leale, Caponi combattente…".

E Scoccia?

"Sfuggente direi".

Perché l’8 e il 9 giugno i perugini dovrebbero votarla?

"Vorrei che Perugia tornasse ad avere un’anima grande e viva. Siamo un progetto politico nuovo, con un cambio di passo di genere e di generazione. Noi siamo quelli che hanno subìto più di tutti le contraddizioni e le grandi ferite di questo sistema socio-economico e abbiamo il diritto di tornare protagonisti. Lavoreremo per una politica che sappia mettere in campo sfide strutturali per Perugia, per staccarla dalla gabbia dell’eterno presente e attuare cambiamenti che sono necessari".