L’Umbria si è dotata di una legge sulla famiglia. L’Assemblea legislativa ieri ha infatti approvato ieri a maggioranza la proposta di legge "Integrazioni e modificazioni al testo unico sanità e servizi sociali" (così si chiama), a firma di esponenti di Lega, FI, FdI e Patto civico. I sì sono stati 15 mentre non hanno partecipato al voto tre consiglieri (Pd e M5s), astenuto un consigliere del Misto. La prima firmataria della legge, Paola Fioroni, Lega, ha detto che "la portata della legge sta soprattutto nel sostenere le funzioni della famiglia e promuovere la formazione di nuovi nuclei familiari rimuovendo gli ostacoli di ordine sociale, culturale ed economico che impediscono le nuove nascite grazie a nuovi finanziamenti".
Per il relatore di minoranza, Tommaso Bori (Pd) "questa legge è uno strumento di cui la destra aveva bisogno per l’ennesima campagna elettorale reazionaria e oscurantista". "Ha al suo interno - ha aggiunto - troppi spazi di ambiguità e che potrebbe consegnare i consultori dell’Umbria ad associazioni che si oppongono alla libertà delle scelte sul corpo della donna". "Abbiamo messo a disposizione 30 milioni per interventi strutturali, che coinvolgono diversi assessorati, su cui i giovani, i minori, le famiglie possono fare affidamento per il futuro. Di ideologia in questa legge non c’è nulla. E non c’è traccia di propaganda elettorale", ha sottolineato la presidente della Regione, Donatella Tesei. "Ho sentito interventi sulla contraccezione, sulle aree interne e su molti altri argomenti - ha sostenuto - che però non hanno attinenza con questa legge. Spiegatemi dunque cosa c’è di sbagliato in questi articoli, che mettono al centro la tutela dei minori, anche in caso di separazione". "Con la legge sulla famiglia l’Umbria è una Regione più bella e con più strumenti per affrontare le difficoltà", ha concluso Tesei.
Dura la protesta fuori dal Consiglio regionale della "Rete Umbra 2020". Le associazioni giudicano infatti la modifica legislativa "un testo ideologico, patriarcale e oscurantista che vorrebbe manipolare le opinioni e le scelte delle persone ed in particolare delle donne per eliminare la cultura dell’autodeterminazione e della libertà di scelta. Una legge contro le donne. La normativa così come proposta considera legittima, degna di difesa e di conseguenza destinataria di risorse una sola tipologia di famiglia, quella formata da un uomo e una donna uniti in matrimonio con prole, dimenticando tutte le altre realtà famigliari che caratterizzano la società odierna".