REDAZIONE UMBRIA

Fallimento Sai, i soldi arrivano 30 anni dopo

Passignano, sono oltre 250 gli ex lavoratori cui vanno le spettanze: nel frattempo alcuni sono deceduti, il denaro sarà versato agli eredi

Sono oltre 250 ex lavoratori della Sai di Passignano che a distanza di 30 anni dal primo fallimento della Società aeronautica stanno ricevendo in questi giorni l’ultima trance delle spettanze dovute. La maggior parte di loro non ci pensava nemmeno più, alcuni purtroppo sono deceduti prima di arrivare a questo momento ma per loro saranno gli eredi a ricevere il denaro, altri ancora non si è ancora riusciti a rintracciarli.

Chi se ne sta occupando - tra cui i sindacati di Cgil, Cisl ,Uil - parla di un lavoro enorme per rintracciare le persone, che si è basato anche sul passaparola, poiché tanti dei numeri fissi non esistevano più. Un lavoro molto impegnativo insomma per consegnare cifre che andavano dai poco meno di mille euro fino ai tremila euro. Moltissimi dei destinatari di queste somme sono cittadini di Passignano, Tuoro e Magione e Castiglione del Lago. I sindacalisti a cui La Nazione si è rivolta hanno anche chiesto di far sapere agli ex dipendenti non ancora raggiunti di informarsi presso le camere del lavoro del proprio territorio.

In particolare questi assegni riguardano l’ultimo riparto del fallimento Fintras del 1541992. Un storia che parte da lontano: Dopo la morte nel 1980 del proprietario della gloriosa Società Aeronautica Italiana, ingegner Angelo Ambrosini, si è aperto un decennio in cui si sono intrecciati momenti di crisi e ristrutturazioni. Nel 1984 l’azienda si articola in due società: la Sai Ambrosini e la Sai Tech per la produzione di meccanica fine. Nel 1989, nonostante un flusso di investimenti consistente, entra nuovamente in crisi: è sottocapitalizzata e non realizza profitti sufficienti. Nel giugno 1991 viene dichiarato il fallimento. Sono messi in mobilità i 280 operai impiegati nello stabilimento, gli impianti vengono smontati e venduti per far fronte ai debiti.

Le curatele fallimentari (una per la Sai e l’altra per la Tech) cessano solo nel 2003, e l’area ex Sai va all’asta. Ad ottobre 2004 l’area viene acquistata dalla Michelangelo spa di Assisi. Nel 2010 la Michelangelo entra in società con la Rpa Ricerche e Progetti spa e elabora un progetto che prevede cubatura che tra costruzioni di pertinenza pubblica e privata raggiunge i 152.000 mc, la cui realizzazione sarebbe dovuta avvenire in due tempi. Dopo 17 anni e tre progetti (una vicenda intricatissima) l’ex Sai continua ad essere un’area di degrado urbano. Sara Minciaroni