
Il gazebo in piazza Italia per la raccolta delle firme
Servono tremila firme. Tante ne bastano per presentare la proposta di legge regionale di iniziativa popolare a garantire tempi certi e procedure chiare per l’accesso al suicidio medicalmente assistito, in attuazione della sentenza 242/2019 della Corte costituzionale. È partita questa mattina anche a Perugia la campagna “Liberi Subito”, promossa dall’Associazione Luca Coscioni. Coordinatrice regionale della campagna è Laura Santi, 55 anni, attivista, giornalista affetta da una forma progressiva di sclerosi multipla e consigliera generale, volto della battaglia per una buona legge sul fine vita. Lo scorso novembre Laura ha ottenuto il via libera dalla propria ASL per accedere legalmente al suicidio medicalmente assistito, diventando la prima persona in Umbria a raggiungere questo traguardo. Una conquista arrivata dopo due anni di attesa, due denunce, due diffide, un ricorso d’urgenza e un reclamo, necessari per ottenere una risposta dall’azienda sanitaria umbra. L’intero percorso è stato seguito e sostenuto dal collegio legale della Coscioni, coordinato dall’avvocata Filomena Gallo, segretaria nazionale dell’associazione.
"Oggi Laura - dice Marco Cappato, tesoriere della Coscioni - ha lanciato la raccolta firme in Umbria sulla legge liberi subito. Servono 3.000 persone che chiedono alla Regione finalmente delle regole che diano tempi certi di garanzia di risposta alle persone malate che chiedono l’aiuto alla morte volontaria senza soffrire. Questo diritto già esiste perché lo ha stabilito la Corte Costituzionale ma non viene attuato in Italia e quindi essendo responsabilità del sistema sanitario e quindi anche delle regioni con Laura, a fianco a Laura, grazie a Laura chiediamo alla Regione Umbria di approvare questa legge. Lo possiamo fare come cittadini e cittadine firmando la legge Liberi Subito".
"Ho partecipato alla raccolta firme per il fine vita, un tema fondamentale che riguarda la dignità e la libertà di ciascuno di noi - racconta la sindaca Vittoria Ferdinandi - Questa battaglia non riguarda solo chi oggi si trova ad affrontare dolori irreversibili, ma tutti noi. Nessuno può dirsi al sicuro da situazioni di sofferenza estrema. Per questo è fondamentale un impegno collettivo per garantire un diritto fondamentale: scegliere come vivere e come affrontare la propria fine, con dignità e rispetto. A Laura, Marco e a tutti coloro che lottano per un futuro più giusto va il nostro grazie. Ora tocca al Parlamento fare la sua parte".
Silvia Angelici