REDAZIONE UMBRIA

Emergenza caldo in Corte d’Appello a Perugia

Attivata una procedura di emergenza per la quale sono stati acquistati dei condizionatori portatili. I sindacati: “Situazione preoccupante”

La Corte d'Appello di Perugia (Foto Crocchioni)

Perugia, 19 luglio 2024 – Il caldo non fa sconti e penetra fino nelle aule di tribunale. Così la Corte d'appello di Perugia, facendo ricorso a una procedura di emergenza, ha acquistato oggi dei condizionatori portatili dopo che ieri alcuni dipendenti, che hanno la loro postazione di lavoro al terzo piano del palazzo del Capitano del Popolo, hanno fatto presente il cattivo funzionamento dell'impianto di condizionamento e la situazione di disagio che stanno affrontando per le elevate temperature registrate negli ultimi giorni, tenuto anche conto della rimozione delle persiane.

"L'Ufficio - si legge in una nota della Corte di appello - si è immediatamente attivato facendo ricorso a una procedura di emergenza e i condizionatori portatili nella giornata odierna verranno installati. Vi è stata pertanto una tempestiva risoluzione del problema che si era creato proprio nell'ottica di una particolare attenzione per la tutela del diritto alla salute dei lavoratori e del benessere lavorativo”. Nella stessa nota si ricorda che “l'Ufficio aveva già segnalato, nel marzo 2023, al ministero competente, il non adeguato funzionamento dell'impianto di condizionamento, che nel tempo è andato peggiorando e nonostante i solleciti, non vi è stata, ancora oggi, alcuna risposta”.

"La necessità di rimuovere le finestre del terzo piano - si legge ancora - è stata determinata dalla vetustà delle stesse e dal pericolo che potevano rappresentare per la pubblica incolumità. Anche rispetto alla sostituzione delle suddette persiane, l'ufficio si è interfacciato varie volte, anche tramite la conferenza permanente, con il provveditorato alle opere pubbliche, che dal 2018 ha stipulato un contratto di appalto, comprensivo anche di detti lavori, ad oggi ancora non avviato".

“Come organizzazioni sindacali esprimiamo grande preoccupazione e profonda indignazione per la vicenda delle lavoratrici e dei lavoratori dell'appalto del Ministero della giustizia, in servizio presso i tribunali e le procure di Spoleto, Perugia e Terni per i servizi di digitalizzazione degli atti giudiziari. Il cambio d'appalto, avvenuto a giugno 2024, ha infatti determinato, in assenza di una clausola sociale che garantisse una continuità occupazionale, una situazione di totale incertezza sul futuro professionale di diverse lavoratrici e lavoratori, tutti somministrati presso la ex azienda appaltatrice”: lo scrivono in una nota Nidil Cgil di Perugia e Terni, insieme a Fiom Cgil e Fp Cgil Umbria.

"Da un giorno all'altro questi operatori, che da anni svolgono una attività di grande responsabilità e con requisiti di professionalità elevati, contribuendo al corretto funzionamento del sistema giudiziario, sono stati lasciati a casa, senza nessuna prospettiva di essere richiamati - scrivono i sindacati -. Ciò ha portato, tra l'altro, al blocco dei servizi di digitalizzazione degli atti giudiziari nelle procure e nei tribunali di Perugia, Spoleto e Terni".

“Riteniamo inaccettabile - scrivono ancora - Nidil, Fiom e Fp Cgil - la gestione dell'appalto e il trattamento riservato ai lavoratori da parte del Ministero della giustizia, che in questo modo compromette il corretto funzionamento di un servizio essenziale. I lavoratori dell'appalto saranno in piazza a Roma lunedì 22 luglio, alle ore 8.00 per chiedere trasparenza e risposte di fronte a quello che è a tutti gli effetti un trattamento iniquo da parte del Ministero. Noi ci saremo".