CRISTINA CRISCI
Cronaca

"È traffico illecito di rifiuti". La Procura vuole il processo per tre

Richiesta di rinvio a giudizio nei confronti di due imprenditori e un dirigente della Provincia

Indagini condotte dal Nucleo operativo ecologico dei carabinieri

Indagini condotte dal Nucleo operativo ecologico dei carabinieri

Più di 16mila tonnellate di rifiuti in sei anni gestiti "abusivamente" in Altotevere avrebbero consentito a un’azienda umbertidese di "generare un illecito profitto di oltre un milione e 800mila euro". Ora arriva la richiesta di rinvio a giudizio per due imprenditori della zona e un dirigente della Provincia di Perugia accusati di reati legati al traffico illecito dei rifiuti. L’inchiesta fa riferimento agli anni 2014- 2019, finiti nell’occhio della magistratura. La vicenda si trascina ormai da oltre dici anni e riguarda l’azienda Molini Ecopartner di Calzolaro (Umbertide), al centro di una serie di presunti smaltimenti abusivi che furono segnalati a suo tempo dal Comitato Salute Ambiente Altotevere Sud (tutelato dall’avvocato Valeria Passeri). Dopo svariati anni sembrava che tutto fosse finito nel dimenticatoio invece è arrivata la notizia della richiesta di rinvio a giudizio per i due legali rappresentanti della Molini Ecopartner e per un dirigente della Provincia di Perugia, il quale all’epoca dei fatti che avrebbe favorito, con le autorizzazioni, lo smaltimento di ingenti quantitativi di rifiuti provenienti anche da altre regioni oltre che dai comuni dell’Altotevere (via Sogepu). Per "ingenti quantitativi di rifiuti si intendono": 500 tonnellate nel 2014 provenienti dal Viterbese; 4mila tonnellate nel 2015 dal Lazio e in minima parte da Umbertide; 3.800 tonnellate per il 2016 da Umbria e Lazio; 6 mila 800 tonnellate nel 2017 da Lazio, Vus Foligno e dalla differenziata dei comuni di Sogepu (all’epoca si parlò anche di una possibile acquisizione di un ramo della Splendorini da parte di Sogepu, poi non andata a buon fine, ndr); altre 700 tonnellate circa tra il 2018 e i primi mesi del 2019 sempre da Sogepu. Secondo quanto ricostruito dalla Procura di Perugia (coi carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico) l’azienda gestiva lo smaltimento grazie "a provvedimenti autorizzativi di favore rilasciati dal settore specifico della Provincia di Perugia, che di volta in volta aumentava il quantitativo massimo da trattare modificando anche la tipologia di rifiuto". Attorno alla vicenda nacquero numerose polemiche all’epoca sollevate dal Comitato Salute ambiente Calzolaro-Trestina coi residenti in zona che lamentavano un’aria irrespirabile a causa dei forti odori. Se ne riparla con l’udienza preliminare fissata per il 30 settembre in tribunale a Perugia.

Cristina Crisci