
Doriana e Raffaella, due mamme per un figlio
Ha adottato il figlio della sorella gemella, uccisa fucilate dal marito. Adesso, a quasi nove anni di distanza dalla tragedia, Doriana Presta ha dato vita, lo scorso mese di dicembre, all’associazione “Raffaella c’è“. E porta il dolore delle vittime, "anche quelle secondarie", sul palco di un teatro "perché – dice – della violenza si deve parlare, sempre". Raffaella Presta venne assassinata a Perugia il 25 novembre del 2015 da Francesco Rosi che è in carcere e sconta i trent’anni a cui è stato condannato. Raffaella aveva un figlio che ora è figlio di Doriana: "Aveva sei anni e mezzo quando è successo, ora è un quindicenne. È una vittima anche lui: si è trovato orfano all’improvviso. Prima lo abbiamo avuto in affidamento, poi adottato. Ha una sorella, mia figlia: si corrono sei mesi, è come se fossero gemelli anche loro". E nel volto della zia vede quello della mamma "perché eravamo gemelle omozigote, identiche". Doriana ha trasformato il dolore in testimonianza, portando se stessa e la sua storia sul palco, per aiutare gli altri: "Il mio è un monologo, racconto il distacco, di come da due, io e mia sorella, sono passata a una". Lo spettacolo è suddiviso in sei parti, in sei “episodi“: c’è una donna vittima di maltrattamenti in famiglia, un’anziana signora che racconta la violenza subita e altre storie oltre al monologo di Doriana. "Dobbiamo parlarne sempre, non solo l’8 marzo o il 25 novembre, in giorni per così dire canonici. Nessuno di noi ha mai né recitato né ballato, siamo volontari. Abbiamo iniziato da poco – conclude Doriana – ma porteremo avanti la nostra testimonianza, nel ricordo di Raffaella e di tutte le donne vittime di violenza".