
Indagine dei carabinieri in servizio all’Ispettorato del lavoro di Terni
Dodici anni di contributi pensionistici mai versati, ma puntalmente archiviati nel sistema informatico dell’Inps. Un lavoratore agricolo solo in apparenza, perché, è stato accertato, quel lavoro non lo aveva mai svolto. Il mistero lo hanno risolto i carabinieri del nucleo ispettorato del lavoro di Terni che hanno condotto le indagini sulla posizione del presunto lavoratore, partendo da una segnalazione della direzione centrale dell’Inps e verificando che la mamma del giovane lavorava all’Inps di Terni e che, in base agli accertamenti svolti, era stata proprio lei preoccuparsi di registrare i contributi inventati. La ex dipendente dell’Istituto ha patteggiato sei mesi per accesso abusivo a sistema informatico e frode informatica.
Secondo quanto appurato dalle indagini, come detto, l’imputata aveva inserito, nel sistema informatico dell’Ente, contributi previdenziali agricoli in favore di un soggetto, risultato poi essere il figlio, senza che questi ne avesse diritto. In particolare la direzione generale dell’Inps di Roma nel corso di accertamenti finalizzati a verificare alcune posizioni assicurative nell’ambito dei lavoratori agricoli, aveva segnalato una anomalia relativa alla posizione contributiva di un uomo residente a Terni, relativamente agli anni dal 1997 al 2008: in pratica la posizione del soggetto non era supportata da documentazione cartacea. Gli uffici ispettivi, per individuare il motivo dell’anomalia, sono risaliti alla dipendente che aveva, in epoche diverse, provveduto materialmente alle operazioni di inserimenti dei contributi previdenziali agricoli scoprendo successivamente che l’impiegata era la mamma del beneficiario. In pratica la donna, in servizio presso gli uffici di Terni all’epoca dei fatti, aveva inserito negli archivi informatici dei lavoratori agricoli la contribuzione a favore del figlio in qualità di operaio agricolo a tempo determinato per le dodici annualità contestate, senza che quest’ultimo ne avesse titolo e diritto. In questo modo il ragazzo avrebbe potuto ottenere l’erogazione di prestazioni pensionistiche non dovute. Al termine di tutti accertamenti e trattandosi di reati informatici i carabinieri di Terni hanno trasmesso tutti gli atti alla Procura ipotizzando a carico della donna i reati di accesso abusivo ad un sistema informatico e frode informatica e quantificando in 21mila euro il potenziale danno all’ente previdenziale. Acquisito l’intero materiale probatorio l’ufficio ha notificato all’indagata e all’avvocato l’avviso di conclusione indagini preliminari; quest’ultimo, poco dopo, ha fatto arrivare una richiesta di applicazione della pena su richiesta delle parti. Il pubblico ministero ha prestato il suo consenso all’accoglimento della richiesta e a giugno il giudice ha emesso una sentenza con la quale è stata disposta nei confronti dell’ex dipendente la pena di sei mesi di reclusione e 400 euro di multa.