Covid, sui ricoveri l’Umbria è maglia nera

Se ci fossero i colori, la regione sarebbe a rischio ‘giallo’ ed è l’unica ad avere alta probabilità che le ospedalizzazioni aumentino

Un'immagine del reparto di terapia intensiva

Un'immagine del reparto di terapia intensiva

Perugia, 10 aprile 2022 - Il dato legato al Covid-19 che continua a creare una certa preoccupazione in Umbria è quello dei ricoveri. Dopo un piccolo rallentamento avvenuto mercoledì, negli ultimi due giorni gli ospedalizzati hanno ricominciato a crescere e per la prima volta dopo molte settimane sono aumentate anche le persone in Terapia intensiva, che adesso sono salite a sette.

I ricoveri in area medica sono di nuovo tornati a quota 275 (il dato è di ieri mattina alle 8), per un totale di 282 pazienti che si trovano negli ospedali dell’Umbria affetti da Sars-Cov 2. Soglia così alta non era stata mai toccata nella precedente ondata di gennaio e non si verificava da più di un anno.

E sono gli indicatori nazionali a confermare che l’Umbria è l’unica regione ad avere tassi di ospedalizzazione così alti: nessun’altra realtà si avvicina a quella percentuale, che è di oltre 40 punti percentuali. E nell’ultimo report dell’Istituto superiore di Sanità, il nostro è l’unico territorio con un tasso di rischio ‘moderato’, mentre le altre 19 regioni sono a rischio ‘basso’. E ancora, sempre secondo l’Iss la nostra regione è l’unica ad avere tassi di probabilità superiori al 50% di raggiungere e prolungare il 40% del tasso di riempimento delle aree mediche. Anche secondo quanto emerge dall’ultimo Instant Report Covid-19 di Altems, l’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari dell’Università Cattolica, l’Umbria è l’unica regione in cui si evidenzia il problema degli eccessivi ricoveri.

Se si considerano tutti gli elementi in base a cui a una regione viene assegnato un ‘colore, la Regione più a rischio ‘zona gialla’ (che comunque formalmente non esiste più, dato che le zone a colori sono state abolite con la cessazione dello stato di emergenza) è l’Umbria, mentre quella a minore rischio è la Valle d’Aosta. Come più volte detto sono da scorporare coloro che vengono ricoverati ‘per Covid’ da quelli ‘con Covid’ (che entrano per altre patologie), ma il problema resta e non è secondario. Ieri alle 8 comunque 197 erano ricoverati nelle aree mediche Covid, 78 in altri reparti ospedalieri (sempre positivi però), 7 come detto in Rianimazione e 26 nelle Rsa.

I dati giornalieri raccontano invece che per il terzo giorno consecutivo non si registrano in Umbria altri morti per Covid. Secondo i dati della Regione, i nuovi contagi sono stati 1.138 (contro 1.267) e 1.721 i guariti. Gli attualmente positivi scendono così a 15.219 (583 in meno in un giorno). In calo il tasso di positività, al 14,76 per cento (16,7 venerdì). Per Americo Cicchetti, direttore dell’Altems, "ci prepariamo ad una Pasqua all’insegna di una stabilizzazione della diffusione del contagio. Tuttavia - sottolinea - la nuova variante che le nostre istituzioni sanitarie stanno monitorando e valutando non deve essere sottovalutata, soprattutto nei momenti in cui festeggeremo con i nostri cari". In più ci saranno da fare i conti con l’arrivo di tanti visitatori in Umbria, legati ai grandi eventi che sono già iniziati.