
Sauro Fiorucci, storico ortolano eugubino che da anni mandava avanti l’attività di famiglia sotto le Logge dei Tiratoi costretto a chiudere i battenti
La profonda crisi economica che tutta l’Italia sta attraversando non lascia scampo a nessuno, neanche a chi ha sempre svolto la propria professione con umiltà e passione. È la storia di Sauro Fiorucci, storico ortolano eugubino che da anni mandava avanti la propria attività di venditore ortofrutticolo ambulante sotto le Logge dei Tiratoi in piazza 40 Martiri ma che si è ritrovato, purtroppo, costretto a chiudere i battenti. "È con molto dolore che scrivo questa pagina. Purtroppo non per mia volontà ho dovuto chiudere questa mia attività! Voglio ringraziare tutti i miei clienti ed amici che mi hanno sostenuto e ai quali sono molto affezionato. Questo lavoro per me aveva più di una valenza, era il lavoro che mia madre e mio padre avevano avviato nel 1956 (io sono nato che già c’era) e per me si tratta di un punto di riferimento soprattutto affettivo, poi diventato motivo di vita e di riscatto dopo avere avuto momenti difficili; è da qui che ho ripreso la mia vita in mano con passione e dedizione quindi autostima. Ora devo girare pagina e quindi trovare un altro lavoro, vi chiedo di aiutarmi se potete, so che a 60 anni è molto difficile ma confido nella solidarietà di un popolo che io amo: gli eugubini. Grazie a chi leggerà questo appello", scrive Sauro Fiorucci sul proprio profilo Facebook. Un altro pezzo della Gubbio "che fu" che se ne va: l’attività era stata aperta quasi 70 anni fa ed era diventata ormai un punto di riferimento per il centro storico e non solo.
Sulla questione è intervenuto tramite social anche Stefano Pascolini, titolare dell’edicola di piazza 40 Martiri: "Ogni attività che chiude provoca un danno alla città. Ricordo da bambino quando le Logge erano piene di quei banchi colorati insieme alle attività dei negozi fissi. Piano piano, uno a uno, sia i negozi che i banchi hanno chiuso, superstiti solo un bar e una pizzeria. Ora come tanti altri angoli della città è rimasta la splendida architettura del loggiato a far da cornice al nulla. Inesorabile, se noi eugubini non reagiamo con tempestività e determinazione, questo declino che sta trasformando la nostra splendida Gubbio in museo a cielo aperto e, come recita un grande cantante, bella senz’anima".
Federico Minelli