SARA MINCIARONI
Cronaca

Condannato per violenza sessuale. Arrestato e condotto in carcere. I fatti nella discoteca che gestiva

L’uomo dovrà scontare 4 anni e 14 giorni. La vittima, al tempo 22enne, aveva ribadito la sua volontà di dimenticare: "Non ci voglio più pensare, ci vorrà tempo per superare quello che mi è successo".

L’ordine di carcerazione è stato eseguito dai carabinieri che hanno condotto il 56enne in carcere

L’ordine di carcerazione è stato eseguito dai carabinieri che hanno condotto il 56enne in carcere

"Non ci voglio più pensare, non ne voglio più parlare. Lo sanno tutti com’è andata… è andata in quel modo e io voglio solo dimenticare". A soli ventitré anni, e con una notevole forza d’animo, raccontò a La Nazione quella notte da incubo. Ora che il suo stupratore è condannato in via definitiva potrà mettere davvero la parola fine. È stato arrestato ieri e condotto in carcere l’imprenditore di 56 anni, residente a Città della Pieve e originario di Chiusi, condannato in via definitiva a 4 anni e 14 giorni di reclusione per violenza sessuale aggravata, per i fatti avvenuti nel 2022 all’interno del locale di cui era gestore. Simone Peppicelli (questo il nome) è stato raggiunto da un ordine di carcerazione emesso dalla Procura generale di Perugia, in seguito alla condanna pronunciata dalla Corte d’appello. L’arresto è stato eseguito dai militari, che lo hanno rintracciato e condotto presso il carcere di Perugia, dove sconterà la pena. Il caso risale all’ottobre 2022, quando i militari erano intervenuti in una discoteca di Città della Pieve su richiesta di alcuni amici di una ragazza poco più che ventenne. La giovane aveva raccontato di aver subito una violenza sessuale all’interno del locale - il “The box“, in seguito anche chiuso su ordine del Questore di Perugia - dopo aver accettato da bere dall’uomo che aveva il ruolo di gestore. Subito dopo l’accaduto, era stata trasportata in ambulanza al pronto soccorso dell’ospedale di Perugia, dove era rimasta ricoverata per alcuni giorni.

"Ci vorrà tempo per superare quello che mi è successo, o forse quel tempo non verrà mai", così la vittima ci aveva spiegato il suo punto di vista "sono una persona riservata – aveva confidato – non voglio parlare di cose così private, quando succedono e le vivi in prima persona fatti come questo… ti dà fastidio che la gente lo sappia. Capisco che è importante parlarne, ma non io. Non è da me". Una fermezza da scudo, un modo per proteggersi dai ricordi di quella notte. Eppure, dopo di lei, altre ragazze sentite dagli inquirenti misero in fila una serie di denunce, tutte simili, tutte riguardanti molestie sessuali ricevute per mano di un unico soggetto: il titolare 53enne del locale, che ora sconterà la sua condanna.