Con “Switch-on“ piazza del Melo si accende. Arriva il palazzo della Musica, note e socialià

Il progetto "S.W.I.T.C.H. O.N" mira a riaccendere Piazza del Melo con la potenza della musica, a beneficio della collettività. Il Comune di Perugia, l'Aucma e la Roghers Staff APS, sostenuti dalla Fondazione Perugia, promuovono l'integrazione tra generazioni e la cultura attraverso eventi e iniziative.

Con “Switch-on“ piazza del Melo si accende. Arriva il palazzo della Musica, note e socialià
Con “Switch-on“ piazza del Melo si accende. Arriva il palazzo della Musica, note e socialià

Piazza del Melo si “accende“. Si accende grazie alla potenza e al linguaggio trasversale della musica, a beneficio della collettività Questo l’obiettivo del progetto “S.W.I.T.C.H. O.N”, nato dalla partnership tra Comune di Perugia, Associazione Umbra della canzone e della musica d’autore (Aucma) e la Roghers Staff APS, due delle realtà più longeve nella promozione dell’arte e della cultura nel territorio, con il sostegno della Fondazione Perugia. "L’iniziativa – spiega Aimone Romizi ed Andrea Mancini - si propone di creare un vero e proprio “Palazzo della Musica, dell’Arte e della Cultura per l’Inclusione Sociale” a Perugia, un luogo in pieno centro storico dedicato alla socialità e alla cultura, con spazi aperti al pubblico quotidianamente. Il progetto è già partito con alcuni eventi “preliminari” nel corso dei mesi estivi. Inoltre le attività previste si integrano con le iniziative di welfare, volute dal Comune dall’assessorato alle politiche giovanili, già attive in piazza del Melo: tra cui Ottavo Segno". "Spero davvero - dice il sindaco Romizi, presenti – che la piazza possa tornare a splendere e ad accendersi grazie al protagonismo dei nostri giovani che tanto hanno da imparare, ma tantissimo da dare. Meglio ancora se in condivisione, perché la chiusura e le gelosie non portano da nessuna parte". Daniele Moretti della Fondazione Perugia (presenti gli assessori Gabriele Giottoli e Gianluca Tuteri, Lucia Fiumi e Gianluca Liberali di Aucma) ha sostenuto che quello proposto è un progetto non facile da realizzare ma che apre le porte ad alcune sfide: "promuovere la cultura, recuperare spazi “emarginati”, favorire l’integrazione tra generazioni, creare una rete tra le istituzioni. Ecco spiegati i motivi per cui la fondazione ha deciso di finanziarlo con risorse significative pari a 240mila euro".