
Spesa in un supermercato (Foto di repertorio)
Perugia, 9 luglio 2024 – La spesa sotto casa non piace ai perugini o forse non hanno neanche l’opportunità di farla. La provincia di Perugia è infatti quart’ultima tra tutte quelle del Centro Italia (peggio fanno solo Frosinone, Siena e Rieti) per accessibilità di un negozio di generi alimentari a piedi entro quindici minuti dalla propria abitazione. La posizione è la numero 98 su 108 province, mentre a Terni va un po’ meglio dato che si piazza 74esima. È questa l’immagine più concreta della "città a 15 minuti", quel modello di pianificazione urbanistica reso popolare da numerosi sindaci di città europee – e teorizzato dallo scienziato franco-colombiano Carlos Moreno – che sta prendendo piede anche in Italia come obiettivo cui tendere per migliorare la qualità della vita delle persone.
A misurare per la prima volta l’accessibilità dei servizi - in termini di vicinanza fisica - è un indice realizzato nell’ambito del progetto Urban Pulse 15 del Centro studi delle Camere di Commercio Guglielmo Tagliacarne, in collaborazione con Il Sole 24 Ore per il progetto della Qualità della vita che ogni anno misura i territori più vivibili: tramite tecniche avanzate di geo-analytics è stato possibile calcolare la quota di popolazione in grado di raggiungere in 15 minuti a piedi almeno un negozio della grande distribuzione organizzata (iper e supermercati, discount e minimarket) o del piccolo commercio al dettaglio (panifici, macellerie, pescherie, fruttivendoli, e così via).
Così emerge che in provincia di Perugia solo il 27,6 per cento dei residenti, può uscire di casa e in 15 minuti a piedi raggiungere un punto vendita appartenente indistintamente alla Grande distribuzione o al dettaglio. Non a caso Perugia città arriva 99esima per la presenza di supermercati e ipermercati a portata di pedone, con un indice del 39,2 per cento dei residenti che possono contare su questa opportunità. Passando al piccolo commercio di generi alimentari, Perugia città è addirittura 106esima con appena il 28 per cento degli abitanti del capoluogo, quindi poco più di uno ogni quattro, che hanno a disposizione panifici, fruttivendoli e analoghi nel raggio di un quarto d’ora a piedi. Un rapporto - in generale - leggermente migliore in provincia di Terni, dove il livello di accessibilità dei servizi alimentari è al 32,5 per cento della popolazione.