Caso Romano, distrutti i reperti Chiesta di nuovo l’archiviazione Ma la famiglia si oppone ancora

Non è possibile condurre gli accertamenti perché il materiale non c’è più. I parenti di Nicola non credono all’overdose e annunciano la volontà di rivolgersi alla Procura generale.

Caso Romano, distrutti i reperti  Chiesta  di nuovo l’archiviazione  Ma la  famiglia si oppone ancora

Caso Romano, distrutti i reperti Chiesta di nuovo l’archiviazione Ma la famiglia si oppone ancora

C’è un giallo nel giallo della morte di Nicola Romano, il ragazzo trovato morto il 17 agosto 2013, in un appartamento del centro storico di Perugia. Per il suo decesso, inizialmente archiviato come overdose, la Procura della Repubblica aveva riaperto le indagini sulla scorta di una serie di riscontri che i familiari, con una propria attività, avevano depositato. All’idea che Nicola fosse morto per droga non volevano credere, non solo perché consci della sua battaglia per allontanarsi dalla dipendenza, ma perché rilevavano troppe incongruenze. Dalla posizione in cui il corpo è stato ritrovato da un parente che per primo era entrato in quell’abitazione, alla presenza di più bicchieri e mozziconi di sigaretta, al buco fatto per iniettarsi droga con una siringa di cui non è stato ritrovato mai l’ago, buco sul braccio destro quando il ragazzo non era mancino. E poi: le minacce ricevute dallo stesso Nicola nei giorni precedenti alla sua morte, il pestaggio subìto. Riaperte le indagini, seconda richiesta di archiviazione e nuova opposizione della famiglia. Richiesta accolta dal gip di Perugia che aveva disposto ulteriori indagini, indicando anche accertamenti su diversi reperti, tra cui i bicchieri. E qui il giallo raddoppia: la Procura ha formalizzato una nuova richiesta di archiviazione di fronte all’impossibilità, anche, di condurre gli accertamenti tecnici indicati dal giudice perché i reperti risultano essere stati distrutti. Esattamente, come conferma l’avvocato Anna Beatrice Indiveri, che assiste la famiglia con l’avvocato Barbara Romoli, sono stati distrutti nel maggio 2022, con l’inchiesta ancora in corso, dopo la riapertura del 2021. Per questo, se da un lato la famiglia procederà a fare nuovamente opposizione contro l’archiviazione, sta valutando se chiedere alla Procura generale di avocare a sé il fascicolo sulla morte di Nicola.