REDAZIONE UMBRIA

Cantone scelto per merito, il Csm agì bene

I giudici del Tar respingono i ricorsi presentati da Masini e Paci contro la nomina dell’ex presidente Anac a procuratore di Perugia

La nomina di Raffaele Cantone a capo della procura di Perugia fu "congrua e logica" e il giudizio comparativo del Consiglio Superiore della Magistratura tra l’ex presidente dell’Anac e i ’contendenti’ Luca Masini (Aggiunto a Salerno) e Calogero Gaetano Paci (Aggiunto a Reggio Calabria), "legittimo". Cantone prevalse per ’attitudine’ e ’merito’.

Il Tar del Lazio spazza via così, a distanza di dieci mesi dalla nomina, le ombre dei ricorsi per la contestata decisione assunta da Palazzo dei Marescialli sulla toga invisa pure a Luca Palamara ("da evitare"). A giugno scorso il Plenum si era spaccato: a favore di Cantone tutti i laici e Area, mentre Nino Di Matteo, A&I e MI spingevano su Masini (Unicost si astenne). Erano i mesi incandescenti dello scandalo-Palamara, condotto proprio dalla procura di Perugia. Masini e l’altro escluso (pure dalla Commissione incarichi direttivi) fecero ricorso. Ora il Tar ha ritenuto che il giudizio espresso dal Csm sia legittimo poiché "conformemente a quanto richiesto dalla giurisprudenza amministrativa, è scaturito da una strumentale valutazione dei profili dei concorrenti che si è dimostrata: completa ed esaustiva".

Nelle due sentenze con le quali ha respinto i ricorsi di Masini e Paci, i giudici premettono che "per il conferimento di incarichi direttivi, assumono rilevanza il parametro delle ‘attitudini’ e quello del ‘merito’, che, in una valutazione integrata, confluiscono in un giudizio complessivo ed unitario" e ritengono "particolarmente pregnanti, ai fini del giudizio sull’attitudine direttiva, le qualità dimostrate da Cantone nell’esercizio delle funzioni di presidente dell’Autorita’, declinando tale giudizio in relazione alla natura e alle competenze dell’Anac, all’attinenza dell’incarico alla funzione giudiziaria e alla idoneità dello stesso ad acquisire competenze utili all’amministrazione della giustizia, nonché ai risultati conseguiti".

Anche i profili dei concorrenti erano positivi – dicono ora i giudici – ma non abbastanza per sovvertire la prevalenza di Cantone, sia per esperienza maturate che "per la ‘eccezionale rilevanza’, ampiamente e riccamente motivata, dell’esperienza acquisita nella sua veste di Presidente dell’Anac".

Erika Pontini