Caccia, apre la stagione. Ma le doppiette attaccano: "Scelte imposte e sbagliate"

Al via stamattina il periodo venatorio che coinvolge 25mila tesserati umbri. Proteste verso la Regione: "Nessun confronto, altro che consenso unanime".

Caccia, apre la stagione. Ma le doppiette attaccano: "Scelte imposte e sbagliate"

Caccia, apre la stagione. Ma le doppiette attaccano: "Scelte imposte e sbagliate"

Sono più di 25mila gli umbri con il tasca il tesserino venatorio. Buona parte di loro, stamattina all’alba o anche prima, avrà caricato la doppietta in spalla, preso il fidato cane e iniziato l’avventura. E’ la giornata di apertura della caccia, con la stagione che si chiuderà il 31 gennaio. Possibile sparare a fagiano, quaglia, beccaccia e lepre. "Il varo del calendario, che ricalca sostanzialmente il precedente – ha affermato nelle settimane scorse l’assessore regionale Roberto Morroni – è motivo di soddisfazione in quanto risultato di un confronto molto partecipato e di una condivisione unanime con le associazioni venatorie".

Ma è proprio su questo punto che, alla vigilia dell’apertura, le associazioni venatorie umbre (Federcaccia, Libera Caccia, Enalcaccia, Italicaccia, Anuu e Cpa) vanno giù dure nelle critiche all’assessore e alla gestione dell’intero sistema: "L’assessore Morroni parla di “consenso unanime” delle associazioni venatorie sulle scelte fatte dopo che queste sono state “discusse”. In realtà spesso queste scelte sono state subite dalle associazioni venatorie, poste di fronte alle alternative di accettare quanto indicato dai tecnici della Regione o, in caso contrario, far saltare la preapertura o rischiare ritardi che avrebbero esposto il Calendario venatorio ai soliti ricorsi strumentali delle associazioni ambientaliste. Il confronto politico richiesto dalle associazioni venatorie all’assessore, al quale si chiedeva un cambio di passo nell’approccio almondo venatorio, non c’è mai stato".

E qui arriva la seconda stoccata, legata anche alla troppo ferrea applicazione – secondo i cacciatori – delle norme europee: " Quale è il ruolo della politica – si chiedono i cacciatori – se non quello di trovare una mediazione tra la normativa, spesso discutibile, e le esigenze che emergono dal territorio? E’ il caso delle specie in deroga. L’assessore risponde che per storno, tortora dal collare e piccione l’ammontare dei danni ufficialmente indicati non è tale da giustificare l’inserimento di queste specie, in deroga, nel calendario venatorio. Basterebbe parlare con gli agricoltori, ma anche con le famiglie che vivono in campagna, per comprendere quanto in realtà i danni alle piccole colture siano invece ingenti, anche senza una richiesta di risarcimento. E basterebbe anche osservare quanto è stato fatto nelle regioni limitrofe".