Bocciate le Reti oncologiche. Grande fuga per potersi curare e tempi d’attesa da ’record nero’

Brutto colpo dalla relazione dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas). Quanto a ritardi nelle prestazioni ambulatoriali, la sintesi dice che sotto di noi c’è solo il Molise .

Bocciate le Reti oncologiche. Grande fuga per potersi curare e tempi d’attesa  da ’record nero’

Bocciate le Reti oncologiche. Grande fuga per potersi curare e tempi d’attesa da ’record nero’

E’ una bocciatura netta quella che subisce l’Umbria sul funzionamento delle reti oncologiche regionali. Una bocciatura che preoccupa e sulla quale andranno posti rimedi per il bene dei malati e degli umbri.

E’ quanto emerge dalla quinta Indagine nazionale sullo stato di attuazione delle Reti oncologiche regionali, condotta nel 2023 analizzando i risultati del monitoraggio rispetto all’anno 2022, pubblicata dall’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas).

Indagine che racconta di una grande disparità sul territorio nazionale, con sole 6 Regioni ‘promosse’ a pieni voti, altre che segnano varie criticità e ulteriori 6 che registrano le performance peggiori, tra cui l’Umbria.

Il monitoraggio è stato eseguito sulla base di un questionario e di una serie di indicatori riguardanti le sette patologie oncologiche maggiori (mammella, colon, retto, polmone, prostata, ovaio ed utero) riferiti all’anno 2022 e relativi alla presa in carico da strutture della Rete, all’indice di fuga fuori Regione (ovvero la percentuale di ricoveri di pazienti presso struttura della Ror fuori dalla rispettiva Regione di residenza), ai tempi di attesa (percentuale di ricoveri in strutture della Ror entro 30 giorni dalla data di prenotazione). Ecco così che 6 donne su dieci malate di tumore all’ovaio vanno a curarsi fuori Umbria, come lo fa il 32% degli uomini con tumore alla prostata.

L’indice di fuga è invece più basso per polmone, colon e mammella. E infatti l’87% delle donne con questa patologia tumorale si cura in regione, lo fa il 78% dei malati al colon. Poi c’è la questione dei tempi di attesa per le prestazioni ambulatoriali di chemioterapia e radioterapia: 10mila sforano i 60 minuti nella Asl 1, altri 60mila pazienti aspettano meno di un’ora.

Nella Asl 2 sono più di 19mila che superano i 60 minuti, 90mila aspettano di meno. L’indice sintetico complessivo (che tiene conto di tutti i parametri) per l’Umbria è di 41,62 punti (livello di performance basso): la Toscana è al primo posto con 88,45, sotto di noi soltanto il Molise con 39,07.

Secondo Agenas, quindi, quella dell’Umbria, è una rete oncologica regionale ancora in via di definizione inadeguata a dare risposta alla cittadinanza che si trova costretta a cercare altrove la cura ad alcune tipologie di tumori.

L’agenzia nazionale raccomanda alla nostra Regione di realizzare una reale interscambiabilità del paziente all’interno dei nodi per ottimizzare il percorso, di ridurre gli alti tempi di attesa per chirurgia e diagnostica e terapia e di assicurare la prossimità di cure mediche specie per i pazienti oncologici in fase avanzata o cronica id malattia.