Bimbo ucciso, dopo averlo accoltellato la madre gli cambiò la magliettina

Delitto di Po’ Bandino: dai rilievi è emerso che la t-shirt indossata dal piccolo, 2 anni, non presentava alcun taglio

Erzsebet Katalin Bradacs con i carabinieri, poco dopo aver adagiato suo figlio morto sul nastro di una cassa del supermercato

Erzsebet Katalin Bradacs con i carabinieri, poco dopo aver adagiato suo figlio morto sul nastro di una cassa del supermercato

Città della Pieve (Perugia), 13 febbraio 2023 – Ha scelto il suo primogenito per confessare al telefono l’omicidio del figlio di due anni. Erzsebet Katalin Bradacs - a processo in Corte d’Assise per l’omicidio volontario aggravato del piccolo Alex Juhász avvenuto a Po’Bandino il 1 ottobre del 2021 - subito dopo aver compiuto il delitto ha telefonato all’altro suo figlio, appena diciottenne, rivelando di aver ammazzato il bambino.

Il ragazzo che vive a Budapest (nato dalla precedente relazione della donna con un italiano originario di Rieti) parla solo poche parole di italiano, era stato sentito dalla polizia ungherese e la lunga deposizione in cui ha spiegato quella drammatica conversazione, avvenuta in un orario compatibile con i momenti seguenti il delitto è stata vagliata con l’aiuto di un’interprete. Anche questo è stato riferito ieri in aula da uno degli inquirenti chiamato a deporre dal sostituto procuratore Manuela Comodi.

Arriverà invece in Italia per la prossima udienza Norbert Juhász il padre del piccolo, pronto a essere ascoltato dalla Corte sul difficile rapporto con Katalin e sull’affidamento del bimbo. L’uomo in una lunga intervista a La Nazione nei giorni seguenti la tragedia aveva descritto una relazione breve e funestata dalle liti da cui era nato il piccolo Alex, "la madre aveva già minacciato di dargli fuoco. Alex, mio figlio, poteva e doveva essere salvato. Tutti vedevano come non fosse assolutamente adatta a crescere un figlio – le parole del padre –. Sono convinto che una simile tragedia sarebbe stata evitata se le autorità ungheresi avessero agito in tempo".

E sempre ieri in aula è arrivato anche il racconto dei dipendenti del supermercato dove Bradacs entrò con il bambino già morto in braccio, un racconto da cui si comprende perché sulle prime credettero tutti alla madre che piangeva e pensarono che il bambino fosse stato investito nel parcheggio: Alex era stato cambiato, la magliettina non presentava evidenti macchie di sangue e non videro subito i segni delle ferite sul corpo. La madre - questa la ricostruzione - lo aveva cambiato dopo il delitto. Durante le indagini la donna ha fornito versioni diverse nelle varie fasi successive il delitto: alla cassiera del supermercato ha detto che il bambino si era ferito a seguito di una caduta nel parcheggio, ai carabinieri intervenuti nell’immediatezza, Katalin ha parlato di "un uomo nero" che avrebbe fatto del male al bambino, e poi ha riferito di aver lasciato il figlio dormire in un caseggiato e di averlo ritrovato morto.