Bimbo di due anni ucciso a coltellate. La procura indaga per omicidio volontario

Città della Pieve: sotto interrogatorio per ore la mamma del piccino. La mamma in tarda serata sarebbe stata sottoposta a fermo. All’esterno del supermercato trovato un passeggino con tracce di sangue, rintracciata un’arma da taglio in un casolare

I rilievi nel supermercato dove è stato portato il piccino (Crocchioni)

I rilievi nel supermercato dove è stato portato il piccino (Crocchioni)

Città della Pieve (Perugia), 2 ottobre 2021 - Orrore a Po’ Bandino. Un bimbo di appena due anni, Alex Juhasz, è stato ucciso ieri pomeriggio con un’arma da taglio. I momenti drammatici di quello che per gli inquirenti umbri è un omicidio sono ora in fase di ricostruzione da parte dei carabinieri, che stanno cercando di chiarire cosa sia realmente successo nella tranquilla frazione di Città della Pieve, dove abita tra l’altro il premier Mario Draghi. Sulla vicenda la Procura di Perugia guidata da Raffaele Cantone ha infatti aperto un fascicolo per omicidio volontario di cui al momento la madre del piccolo, 43 anni di origini ungheresi residente a Chiusi, sembrerebbe la prima ed unica indiziata. 

"E’ entrata al supermercato urlando: è morto"

La donna, in pieno stato confusionale, intorno alle 16, è entrata nel supermercato Lidl di Po’ Bandino con il bimbo in braccio, andando ad adagiare il corpo del piccolo sopra il nastro trasportatore delle casse. Dipendenti e clienti sotto choc hanno subito chiamato i soccorsi, ma quando i tentativi di rianimazione sono risultati vani: le ferite all’addome e al petto erano profonde e il bimbo non ce l’ha fatta. La donna, sia al personale del supermercato, sia agli investigatori dell’Arma è apparsa in stato confusionale e avrebbe poi fornito diverse versioni ritenute contrastanti sul perché di quelle lesioni risultate mortali. Il sostituto procuratore Manuela Comodi l’ha sentita a lungo proprio sul luogo dove la donna ha portato il corpo del suo bambino. Dopo averlo lasciato non si è allontanata, ma è rimasta sul posto venendo quindi bloccata dai carabinieri. 

Il personale dell’Arma ha immediatamente avviato i rilievi, anche con i militari specializzati nei rilievi scientifici, e transennato l’area attorno al supermercato. E proprio all’esterno del supermercato è stato trovato un passeggino con alcune tracce di sangue, uno degli elementi al vaglio degli investigatori, coordinati dalla Procura di Perugia, che stanno in queste ore cercando di ricostruire quello che è successo. Transennato anche un casolare dismesso e abbandonato a poche centinaia di metri dal supermercato. Sarebbe stata proprio la madre del piccolo - che da poco si era trasferita a Chiusi ospite di un amico, mentre il padre vive in Ungheria - ad indirizzarli al piano terra di quella palazzina fatiscente, e anche qui sarebbero state trovate tracce di sangue e altro materiale repertato dai militari: un fasciato e altri oggetti imbrattati di sangue. 

Tra le ipotesi quella che il bambino possa essere stato ferito nello o davanti allo stabile e poi portato al supermercato, ma non è però ancora chiaro se il piccolo fosse già deceduto. Per stabilire come, quando e dove sia morto gli inquirenti sono in attesa dei rilievi del medico legale. Uno dei punti principali da chiarire è dove e come siano state provocate le ferite. L’indagine dovrà ora accertare come e perché il bambino e quella che sembra essere la madre si trovassero a Città della Pieve. In tarda serata, proprio nel casolare abbandonato che si trova nei pressi del supermercato dove è stato portato il bambino, è stato ritrovato un coltello. Forse l’arma del delitto.